Napoli sta davvero morendo, o sta uscendo dal buio?


Oggi ho letto un articolo de Il Sole 24 Ore, dal titolo Napoli, così muore la capitale del Mezzogiorno, scritto da Francesco Benucci e Mariano Maugeri. I due giornalisti “fanno nera” la città, come si dce in gergo, operando un sostanziale elenco di tutti i fallimenti e le difficoltà di cui è stata protagonista negli ultimi 20 anni, partendo da Bassolino e arrivando a De Magistris, passando per la Jervolino. L’emergenza rifiuti, Bagnoli, Edenlandia, il Forum delle Culture che non parte, le difficoltà economiche, la lentezza nella costruzione della Metropolitana, varie opere inutili e mai completate; per Benucci e Maugeri “Napoli è una città scassata, disseminata di gioielli”.

Tante verità, molte cose giuste dicono i due giornalisti, tuttavia tanto non hanno visto. Napoli, secondo la loro opinione, è una città che si avvia al precipitare, o che che comunque è molto, troppo lontana dal risorgere, il che mi fa seriamente pensare che non abbiano visto quanta folla c’era nella nostra città a Pasqua, il 25 Aprile e il Primo Maggio; quanti ragazzi erano alla Mostra d’Oltremare (qualcuno vada a dire loro che l’hanno riaperta) per il Comicon; quante decine di metri misurava la fila per la mostra di Andy Warhol al PAN; il successo della Coppa Davis e dell’America’s Cup, la quale è ritornata a Napoli senza passare per Venezia, scatenando l’ira del suo sindaco; l’ammirazione che sta suscitando la Metro dell’Arte: e questo solo in riferimento all’ultimissimo periodo. Poi è vero, De Magistris aveva detto che sarebbe arrivato al 70% di differenziata, per strada ci sono voragini, c’è la disoccupazione, la povertà, la criminalità, la grave condizione finanziaria del Comune e tutto il resto, però le altre due grandi città italiane possono dire di star (molto) meglio? Roma ha accumulato miliardi di debiti (che l’Italia, col decreto salva-Roma, vuole ripianare, quando Napoli deve provvedere da sola) e anche lì, mi sembra, che ci siano problemi di spazzatura, strade dissestate, disoccupazione e criminalità, mentre Milano, molto ricca, si sta accorgendo della corruzione e della criminalità, organizzata e comune, che ospita. Roma e Milano, dobbiamo aggiungere, sono di fatto le due capitali d’Italia, quella amministrativa e quella economica, laddove Napoli al contrario è stata destinata a bacino elettorale, terra di promesse non mantenute che resta comunque in vita, che dà segnali, che sta vedendo la nascita di progetti sempre nuovi partoriti per lo più da ragazzi, che ci mettono loro stessi senza che nessuno gli dia un soldo, nonostante istituzioni e Stato centrale assenti.

A Napoli, se cammini per strada, senti l’odore, senti il fermento culturale, la voglia di vivere (non di tirare a campare, sopravvivere), vedi i ragazzi che suonano in strada, qualche ragazza balla, gli scugnizzi urlano e giocano a pallone, le signore ti sorridono, sono gentili, gli anziani imprecano perché quest’anno Hamsik si è fatto male e si è ripreso tardi. Se cammini per strada vedi Napoli vivere: tutta questa gente che parla parla e parla, quando la smette di fornire analisi e sentenze seduta a centinaia di chilometri di distanza, e viene a farsi un giro qui?


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