Leghista scrive “Forza Vesuvio” e viene assolta. I giudici: “Non è razzismo”


Aveva inneggiato al Vesuvio sui social, ma per i giudici non è colpevole: arrivano le motivazioni. La vicenda è quella di Donatella Galli, ex consigliera provinciale della Lega a Monza. La Galli in un post del 2012 scrisse: “Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili“. Quella frase le costò in primo grado la condanna a venti giorni di reclusione, con l’accusa di diffondere “idee fondate sulla superiorità razziale ed etnica degli italiani settentrionali rispetto ai meridionali“, con tanto di “discriminazione razziale ed etnica“.

Nel novembre 2018, però, la sentenza venne ribaltata dalla Corte d’Appello di Milano che a distanza di due mesi riferisce le motivazioni. Per i giudici la Galli ha solo usato una forma “sgradevole e rozza“, un “luogo comune intriso più di ignoranza che di dato ideologico“, escludendo la “condotta propagandistica“. Per la Corte, l’ex consigliera “si è limitata a lasciare un commento ad un post altrui” dove appariva una “fotografia dell’Italia `dimezzata´“, dando un “individuale e soggettivo contributo” ad un “luogo comune intriso” di ignoranza.

In sostanza per i giudici non si tratta di razzismo, ma sorprendentemente il caso viene esteso ai cori da stadio. Infatti, le parole “rozze e sgradevoli” della Galli vengono paragonate agli “slogan beceri da stadio contro le “popolazioni residenti nel Meridione“. Per i giudici, però, neanche in questi casi si registra una “scarsa attitudine alla `propaganda´ ideologica“.

Se la sentenza aveva già indignato a novembre, non fa sicuramente sorridere ora che se ne leggono le motivazioni. Passi anche il caso della Galli che viene definita “ignorante”, ma è difficile pensare che negli stadi d’Italia non ci sia neanche in minima parte la volontà di propagandare ideologie razziste e discriminatorie. È vero che la mamma dei cretini è sempre incinta, ma questa non può essere una giustificazione sempre accettabile. Forse i giudici non si sono resi conto che fare di tutta l’erba un fascio può risultare anch’essa cosa “rozza e sgradevole”.


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