Lieve scossa di terremoto in Campania, allarmismo sul web: così muore il giornalismo


Una lieve scossa di terremoto è stata registrata dall’INGV. Un terremoto di magnitudo ML 2.2 è avvenuto nella zona a 2 km a est di Chiusano di San Domenico, in provincia di Avellino, alle ore 05:13:15 (ora italiana).  Il sisma è avvenuto ad una profondità di 11 km.

Si tratta dunque, a ben vedere, non solo di una scossa di lieve in entità, ma avvenuta ad una profondità tale da renderla praticamente impercettibile alla popolazione. Non si sono ovviamente registrati danni a persone o cose. Che si tratti della seconda scossa in due settimana è assolutamente normale: siamo in una zona altamente sismica.

Eppure, sul web, ancora una volta la notizia è stata data per lo più con un certo allarmismo. Associare le parole Irpinia  e terremoto, infatti, suscita subito paura nella popolazione campana che ricorda bene cosa accadde nel 1980. Fare leva su questo sentimento si trasforma automaticamente in commenti e condivisioni sui social, ma a quale prezzo?

Gli utenti sono bombardati ogni giorno da decine di titoli che promettono notizie straordinarie, tuttavia questa pratica fa perdere alle persone la capacità di discernere cosa sia importante, affidabile e cosa no. È come trovarsi in un immenso mercato dove una miriade di commercianti promette di vendere prodotti miracolosi, in realtà inutili. All’inizio gli affari vanno bene, ma prima o poi la gente capisce il gioco.

La stessa cosa accade nel mare del web, dove una proliferazione senza controllo di post provoca una gara a chi riesce a vendere meglio una notizia, perdendo però di vista la realtà dei fatti e spesso manipolandola. È qui che nasce il problema, nella sostanziale disonestà – cosciente o incosciente – di alcuni operatori dell’informazione.

Che il mondo del giornalismo sia in crisi è un fatto evidente. I quotidiani devono fare i conti non solo con la televisione e le radio, ma soprattutto con il web dove ormai non si contano più i siti che diffondono notizie. Spesso si tratta di blog gestiti in maniera amatoriale, da soggetti che non hanno mai avuto a che fare con il giornalismo, non ne conoscono le regole e non hanno un minimo di etica. A volte si fa per passatempo, altre con degli scopi precisi, come quando alcune pagine Facebook sono state oscurate perché diffondevano fake news a uso e consumo di due dei maggiori partiti politici italiani. Notizie false che hanno il potere di influenzare l’esito delle elezioni, oppure più genericamente la percezione della realtà, come nel caso di allarmismo da cui ha preso spunto questa riflessione.


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