Lo dicevamo, appunto. È arrivato il 4 maggio, ma con la Fase 2 è tutto tornato come prima: le industrie hanno ricominciato a sversare la loro immondizia nel Sarno; una enorme, nera, putrida macchia nera ha invaso il mare del Litorale Domitio; per strada si vedono di nuovo gli ingombranti smaltiti abusivamente; la gente butta mascherine e guanti ovunque. Qualche giorno fa avevamo lanciato la provocazione: usare i lanciafiamme, sì, ma contro chi devasta l’ambiente: a questo punto forse sarebbe il caso di passare dalla provocazione alla proposta vera e propria.
Eppure le premesse per darci una lezione memorabile c’erano tutte. Ci ha colpiti un virus che attacca le vie respiratorie, ci soffoca, proprio quando milioni di ettari di foreste, dall’Amazzonia all’Australia, erano andati in fumo. Ad appiccare il fuoco è stata la mano dell’uomo. Alberi ridotti in cenere lasciandoci senza ossigeno: un contrappasso che molto probabilmente Dante avrebbe amato.
Se da una parte il pianeta cade nella distruzione, dall’altra noi uomini prosperiamo aumentando la nostra popolazione a dismisura, consumando risorse sempre più inquinanti, sempre più costose. Per fare cosa? Produrre carburante, elettricità, “creare spazio”, realizzare oggetti inutili per il nostro intrattenimento, impacchettare qualsiasi cosa con la plastica che poi disperdiamo nell’ambiente e mangiamo: ne ingurgitiamo, infatti, 5 grammi al giorno, l’equivalente di una carta di credito.
Il problema, è palese, è costituito dagli umani e dalla loro mania di grandezza, di dominio sulla Natura che non si è placato neanche in piena pandemia. Essa però non si addomestica ed infatti è bastato un microrganismo a gettarci nel panico tutti, ad ammazzarci su scala mondiale. Ci ha ricordato ancora una volta chi è che comanda, una lezione che non bisogna lasciar cadere nel dimenticatoio. La Natura, dell’uomo, può fare a meno: il contrario non è ipotizzabile.