Insulti razzisti a Maignan, tifoso punito. Se canti “Vesuvio lavali” non succede nulla


La Digos ha identificato il tifoso bianconero che domenica scorsa, nella fase di riscaldamento della partita Juventus – Milan, ha rivolto degli insulti razzisti nei confronti di Maignan. Si tratta di un operaio e sindacalista di Rovigo, facente parte di uno Juventus Club della provincia di Verona, che ha immediatamente provveduto a espellerlo. Decisivo è stato l’apporto proprio della Juventus, che si è messa all’opera visionando le immagini delle telecamere di video sorveglianza dell’Allianz Stadium per scoprire l’identità dell’autore degli insulti razzisti.

La stessa sorte non è toccata ai tifosi dell’Udinese che durante la partita giocata contro il Napoli, e pensa per 4 a 0, hanno intonato il coro “Vesuvio lavali col fuoco” di chiara matrice razzista. Per quell’episodio la società è stata sanzionata con una ridicola multa da 10mila euro, un’inezia dati i milioni di euro che circolano in Serie A.

Cori razzisti: se sono rivolti ai napoletani non vengono puniti

Esiste, in Italia, un razzismo di serie A e uno di serie B; non poteva essere altrimenti nella nazione per eccellenza della discriminazione. Un Paese fondato sulle basi della discriminazione nei confronti dei meridionali che dovrebbe fare i conti con l’odio e l’ignoranza, ma sceglie deliberatamente di nascondere il problema e inventarsi la formula della discriminazione territoriale. Un controsenso evidente, visto che la discriminazione è conseguenza logica del razzismo.

È palese come in Italia non si voglia intervenire per fermare il razzismo anti meridionale e anti napoletano. Quando si è cercato di farlo si è avuta una reazione dura soprattutto delle società calcistiche settentrionali e dei media nazionali principali, che di fatto detengono il potere economico e quindi la capacità di influenzare le decisioni. Con le tecnologie moderne – il caso Maignan ne è la dimostrazione – si possono facilmente individuare gli autori di cori razzisti e gesti illeciti punendoli, senza considerare inoltre che negli stadi i posti sono numerati e assegnati a un nominativo al momento dell’acquisto. Alcuni tifosi del Napoli hanno, addirittura, ricevuto delle multe a casa per la violazione delle norme anti Covid allo stadio (mancato uso di mascherina e inosservanza del distanziamento). Identificare un razzista sugli spalti allora si può, ma non si vuole. Si preferisce minimizzare quanto accade, e definire simpatica ironia un coro cattivo che augura uno sterminio di massa.


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