Quando Monica Vitti disse: “Ho un grande handicap, non sono napoletana. Avrei goduto di più Eduardo”


La morte di Monica Vitti ha segnato un profondo lutto per il mondo del cinema e per gli italiani tutti, che hanno ammirato un’attrice dal talento straordinario in oltre 40 anni di carriera. Figurando in alcuni dei film più importanti della storia del cinema, soprattutto la tetralogia di Antognoni, è divenuta un’autentica leggenda della settima arte.

Come tanti altri artisti, anche Monica Vitti ha avuto modo di frequentare colleghi napoletani, tra i quali figurava Eduardo De Filippo che ad un certo punto si trasferì proprio a Roma dove viveva viveva l’attrice. In quella città si sono conosciuti e si sono frequentati portando avanti un rapporto di amicizia prezioso. Eduardo non solo riuscì a trasmetterle la propria arte, ma perfino un pezzo di napoletanità. Attraverso un documento video pubblicato su YouTube da Valerio Manisi ascoltiamo il suo pensiero sul grande drammaturgo partenopeo:

“Io ho un grave handicap. Io non sono napoletana e questo mi dispiace molto perché forse potevo godere di più Eduardo De Filippo, potevo stargli più vicino. L’ho conosciuto tardi e questo mi dispiace molto. io ero prima di tutto una sua grande amica e lui era un mio grande amico. Un rapporto con un amico è un rapporto ricchissimo, forse più ricco che se io avessi fatto tante cose con lui. Ne ho fatta una sola, ‘Il cilindro’, ma è stata bellissima per me. Eduardo, chi non l’ha conosciuto è un peccato. Non solo trascinava con sé tutto quello che trascina un uomo di grande talento. L’arte ha una potenza straordinaria, non si buttava via il tempo nemmeno se gli si stava vicino in silenzio. Da lui si imparava moltissimo in poco tempo. Imparavo a non fare ad esempio. Voi non sapete quanto è difficile non fare, fare sempre meno, cercare di dare il massimo facendo pochissimo. Non per non stancarsi, ma per dare di più, per tenere tutto quello che si ha molto vicino. Io passavo degli splendidi pomeriggi con lui, ho un ricordo meraviglioso. Capite cosa vuol dire avere un amico come Eduardo? È una fortuna e sono felice di averla avuta. Lui mi raccontava per esempio come aveva ammaestrato un polipo, un moscone e una volpe; sì lui aveva ammaestrato questi tre animali. Aveva forse una vita completamente diversa da tutti gli altri. Una vita sua, privata. Io penso che se ci sono dei giovani che non hanno letto Eduardo dovrebbero farlo subito, perché è importante nella vita. Lo amo moltissimo. Lui è qui con me e con voi tutti”.


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