Coprifuoco in Campania, i ristoratori: “Un’ulteriore mazzata che ci mette in ginocchio”


È il coprifuoco in questo momento la soluzione tentata per cercare di arginare i contagi da coronavirus. Campania, Lombardia e Lazio sono le prime regioni, nelle prossime ore toccherà probabilmente anche al Piemonte. Altre potrebbero seguire a ruota. Si tratta di uno step che costituisce evidentemente un lockdown morbido, soprattutto se accompagnato da chiusure ulteriori come – per esempio – le scuole in Campania.

A pagarne le spese sono locali e ristoranti che basano i propri guadagni sulla movida, la vita notturna. Nei confronti di costoro il presidente Giuseppe Conte ha promesso degli aiuti, ma si sa, l’Italia è un Paese che i soldi fa fatica a darteli anche quando ti sono stati già riconosciuti. Figuriamoci che atteggiamento ci possa essere nei confronti di una promessa.

LA NUOVA AUTOCERTIFICAZIONE: COME SCARICARLA

Vincenzo Schiavo, presidente Confesercenti Campania commenta le ultime ordinanze regionali: “Con il coprifuoco alle 23 i nostri ristoratori sono obbligati a non accettare più clienti oltre le 22. Se questo dovesse avvenire sarebbe un’ulteriore mazzata che mette in ginocchio le nostre attività di ristorazione. Bisogna tener conto che il 70% delle attività commerciali, ad esempio, ha contenziosi aperti con i proprietari dei locali sul pagamento dei fitti.

“Noi di Confesercenti chiederemo, attraverso anche l’attività della nostra giunta nazionale, allo Stato la sospensione del pagamento di fitti e tasse e di ogni atto o processo aperto nei confronti delle imprese. Se non c’è economia non c’è possibilità di pagare fitti e le tasse. In questo momento i Governatori come De Luca certificano, con i provvedimenti drastici che stanno prendendo, che lo Stato non è capace di far rispettare le regole mettendo in campo i controlli adeguati.

“Chiudere le attività commerciali equivale a dire che il commercio paga il deficit del Paese. Lo Stato che chiude, limitando e ostacolando ulteriormente la ripresa della nostra economia, deve assumersi questo peso, aiutando le imprese, con dilazioni, sospensioni o annullamento di alcuni tributi e dei fitti. Non può imporre le chiusure e nel contempo girarsi di spalle rispetto alle esigenze e difficoltà economiche delle aziende. Le scelte saranno anche obbligate per tutelare, giustamente, la salute collettiva, ma così stanno massacrando l’economia”.

I numeri parlano chiaro e sono drammatici. “L’effetto immediato di questa situazione – chiarisce Vincenzo Schiavo – è la chiusura, attuale o futura, di tante aziende. Allo stato attuale quasi 5700 imprese hanno chiuso solo a Napoli e provincia, circa 3700 hanno cambiato la proprietà, 108, sempre con riferimento a Napoli e provincia, sono fallite e centinaia si devono difendere da procedure di fallimento richieste da chi non ha avuto il pagamenti dei fitti. La situazione è tragica, da far tremare i polsi: l’effetto del Covid amplifica i problemi atavici: se il Governo e le Istituzioni campane non aiutano le aziende campane, a breve cammineremo sui cadaveri delle imprese. I nostri esercenti sono come zombie”.


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI