Ville Vesuviane, Villa Ruggiero ad Ercolano


Opera di un architetto  ancora sconosciuto, la Villa Ruggiero ad Ercolano, già proprietà Petti, è un’altra perla della metà del Settecento appartenenti alle prestigiose Ville Vesuviane. La Villa fu edificata per volontà del barone Petti e, a sulla soglia dell’unità d’Italia (1863) acquisita dai Ruggiero. Evidente è la scrittura architettonica sino ai primi due livelli, mentre a partire dalla terza elevazione si altera il progetto originario. Con una pianta a doppia “L” la Villa trova il suo centro prospettico nel portale in piperno e marmo bianco, normato a tutto sesto, con piedritti a bugne lisce e capitelli ionici, capeggiato da un balcone centrale. Le ornie di stucco ripartiscono le aperture del piano nobile e della terza sopraelevazione. I balconi del primo piano e del secondo sono ornati ognuno da un timpano inflesso, mentre quello centrale è caratterizzato da un mistilineo.

I rifacimenti ottocenteschi hanno delineato uno sviluppo asimmetrico dei corpi di fabbrica, rispetto all’asse longitudinale coincidente con il viale dei giardini,  e come si comprende dalle annotazioni del Carafa e del De Seta, sin dall’inizio due brevi ali si sono prolungate in profondità sino ad una esedra (a sua volta in asse con il viale dei giardini) che delimita il cortile tripartito da volte a crociera. Un ampliamento successivo dell’esedra ha dipanato uno spazio centrale, il quale, a questo punto, ha interrotto la simmetria della tripartizione e con due ricurve pareti laterali ha determinato due nuove esedre con sedili in marmo adiacenti al perimetro ellittico del tutto.

ruggiero 2

Come scrive il De Seta la copertura dello spazio centrale è definita dagli archi a crociera suddetti, i quali si sposano benissimo con il gusto rococò del cortile, ripartito a sua volta da lesene lisce. Il piano superiore che rivolge al Vesuvio è movimentato dal terrazzo, il quale è arretrato come in Villa Caracciolo di Montecalvo. Ampi e ricchi di cartigli di gusto rococò appaiono i balconi, mentre nel bezzo della facciata vi è un’edicola con il busto di San Gennaro nel gesto canonico di fermare le lave del Vesuvio. La recinzione del terrazzo è una panciuta struttura in ferro, ritmata da poggi in piperno e busti in marmo.

Attualmente la Villa gode di ottima salute e rivive nella civiltà vesuviana come biblioteca e sede di istituzioni pubbliche.


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