‘O tavutiello e i “cicci muorti”. Così si festeggiava Halloween a Napoli


Halloween è una festa anglosassone e molti credono che sia esclusiva solo di quella cultura, ma la ritualità festaiola di bambini e ragazzi mascherati, intenti a richiedere l’offerta di dolci, appartiene anche e soprattutto alla cultura partenopea.

Nel dopoguerra, nei quartieri popolari, si usava andare in giro con una cassetta di cartone a forma di bara, chiamata “o tavutiello“, vestiti di stracci e si gridava una proverbiale invocazione: Fate bene ai Santi morti. O anche una filastrocca: “Famme bene, pe’ li muorte: dint’a ‘sta péttula che ‘ce puórte? Passe e ficusecche ‘nce puórte e famme bene, pe’ li muorte” (traduzione: Fammi del bene per i morti: in questo grembiule che ci porti? Uva passa e fichi secchi porti e fammi del bene, per i morti). In alcune zone della Campania interna, invece di “dolcetto o scherzetto“, i bambini usavano gridare: “Cicci muorti!“. I “cicci” erano i chicchi di grano che venivano fatti bollire in una zuppa e poi ripassati nel miele e nello zucchero creando un dolce povero.

Ma perché ci si scambiano dolci nel periodo di Ognissanti? I dolci dei morti simboleggiano i doni che i defunti portano dal cielo e contemporaneamente l’offerta di ristoro dei vivi per il loro viaggio. Un modo per esorcizzare la paura dell’ignoto e della morte. Halloween, però, è anche una ricorrenza religiosa, la festa di Ognissanti e secondo la tradizione in questi giorni usa ricordarsi dei defunti con visite ai cimiteri e fiori. Essi, invece, verrebbero a trovarci e quindi occorre confortare e placare le loro anime con delle offerte.

Infatti la sera prima si usava lasciare le tavole imbandite per dare ristoro ai defunti che andavano in visita per le case. Probabilmente da qui deriva anche la credenza scaramantica di non lasciare la tavola imbandita, durante la notte, nel resto dell’anno. A Napoli ed in tutta la Campania, si preparavano e si preparano tutt’oggi, i “Torroni dei morti“, morbidi e al cioccolato con la forma di una cassa da morto, chiamati dai napoletani “morticini“. La tradizione vuole che questo torrone venga portato in dono a casa delle proprie fidanzate, per esorcizzare la tristezza di questi giorni con tanta dolcezza.


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