Contromano in Tangenziale, il giudice: “Mormile era cosciente. Mai mostrato rimorso”


Napoli – Nelle motivazioni della sentenza con rito abbreviato, che condanna Aniello Mormile a scontare una pena di 20 anni di reclusione, il giudice Rosa De Ruggiero ha affermato che il gesto del ragazzo era cosciente e voluto, anche se scellerato e apparentemente privo di ogni plausibile ragione.

Mormile, inoltre, non ha mostrato pentimento né ha di fatto collaborato a ricostruire i fatti durante le indagini o il processo. Dolore e rimorso, sentimenti che potrebbe pure aver provato, non sono minimamente trapelati e non ha mai offerto di risarcire i danni ai congiunti delle vittime.

Quel 25 luglio Aniello Mormile, sempre secondo De Rosa, ha compiuto l’inversione in Tangenziale lentamente, in una trentina di secondi, un tempo che verosimilmente sarebbe potuto essere sufficiente a rendersi conto di ciò che faceva. Durante la corsa contromano di 6 chilometri, inoltre, avrebbe ben potuto fermarsi in una piazzola di sosta, accostare, entrare nel casello di Agnano, eppure non lo ha fatto.

Così Livia Barbato, la sua ragazza, e Aniello Miranda, marito e padre, hanno trovato la morte dopo lo schianto.


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