Omicidio di Genny, il racconto: “I killer saltavano di gioia dopo averlo ucciso”


È stato lo stesso Carlo Lo Russo, boss pentito di Miano, a raccontare i retroscena dell’omicidio di Genny Cesarano, il ragazzo di soli 17 anni ucciso per errore al Rione Sanità dopo il lavoro nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2015.

Quel giorno gli uomini di Pierino Esposito, boss del Rione Sanità, erano andati a fare una stesa sotto casa di Lo Russo appena scarcerato, un atto intimidatorio. In tutta risposta gli uomini di Lo Russo si sono armati e si sono diretti alla Sanità per uccidere il boss ed i suoi uomini.

Giunti sul posto i killer hanno esploso 24 colpi di arma da fuoco, di cui 12 ad altezza d’uomo, ma non diretti verso il gruppo che era il reale obiettivo dell’agguato. Uno di quei proiettili ha colpito il povero Genny, che ha visto la propria vita spezzata a soli 17 anni.

Dopo la sparatoria i killer si sono diretti da Lo Russo a raccontargli come era andata: erano euforici e saltavano di gioia nel raccontare come uno di essi avesse barcollato per poi cadere a terra, morto. L’esecutore materiale sarebbe stato Luigi Cutarelli, 22 anni, descritto come un fanatico che chiamava “Allah” il suo boss, pronto anche a farsi esplodere.


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