Starbucks arriva in Italia. Avrà il coraggio di aprire anche a Napoli?


Il colosso americano della caffetteria, Starbucks, aprirà a breve dei punti vendita a Milano e Roma per l’arrivo del brand anche in Italia. L’imprenditore bergamasco Antonio Percassi, che curerà l’arrivo del colosso su territorio italiano, punta ad aprire 200-300 punti vendita in tutta Italia.

Sicuramente Starbucks vorrà aprire una delle sue caffetterie a Napoli, dove il caffè ha una tradizione antichissima e che è sinonimo di napoletanità. Ma come prenderanno i napoletani l’eventualità di un punto vendita del colosso nella città dove viene servito il caffè – a detta di molti – più buono del mondo, che ha dato vita al celebre “Caffè Sospeso” e dove, soprattutto, catene di fast food come McDonald’s hanno avuto una vita tutt’altro che facile?

Sicuramente il caffè offerto da Starbucks non è come quello che possiamo bere a Napoli, perché nel capoluogo campano la preparazione del caffè è un’arte, al punto da ispirare anche i versi di una celebre canzone di Fabrizio De André, Don Raffaè. A meno che il colosso non decida di modificare in parte la propria natura e dotarsi delle tradizionali macchine per il caffè espresso.

L’azienda di Seattle vanta oltre 20 mila punti vendita in 68 paesi e circa 9 miliardi di dollari di fatturato. Per il suo arrivo in Italia ha firmato una partnership con Antonio Percassi, noto imprenditore italiano che vanta nel suo curriculum l’espansione commerciale di Benetton e l’ingresso in Italia del marchio Zara e altri marchi internazionali.

L’idea di creare Starbucks nasce proprio dall’Italia, dato che Howard Schultz, creatore della catena di caffetterie, dopo un viaggio in Italia decise di portare negli Stati Uniti l’atmosfera dei bar e dei caffè italiani. Starbucks finora non aveva ancora aperto punti vendita in Italia, forse consapevoli della difficoltà di imporsi in un paese con la più forte e particolare cultura del caffè.

Perché l’idea di portare il caffè napoletano nel mondo non è venuta a qualche imprenditore italiano?

Nel mondo le persone consumano prodotti tipicamente italiani, come il caffè e la pizza, che per la maggior parte vengono creati da multinazionali non italiane. Negli anni sono tanti i marchi del food che hanno messo radici a Napoli e in Italia, basti pensare a McDonald’s o Burger King.

Sono tante, però, le storie di successo di brand partenopei o italiani che hanno scelto di esportare nel mondo le bontà nostrane, basti pensare al marchio Fratelli la Bufala che grazie alla pizza, il piatto più conosciuto al mondo ha aperto ristoranti in tante nazioni.

Totò e Peppino De Filippo, che nella celebre scena dal film “La banda degli onesti” prendono proprio un caffè napoletano al bancone di un bar, come avrebbero definito il caffè di Starbucks?


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