Napoli ha davvero bisogno del corno? Illuminiamola elegantemente come Parigi


La Soprintendenza ha detto di no al corno gigante sul lungomare di Napoli, così come alla possibilità di installazione dello stesso a Piazza del Plebiscito. Per fortuna, ci viene da dire, perché l’idea di questo corno gigante sembra davvero di un discutibile gusto estetico e modificherebbe in maniera negativa – seppur temporanea – il luogo dove si venisse a posizionare.

Dopo N’Albero, quest’anno Italstage e Palazzo San Giacomo hanno deciso di stupirci così. Il corno è un simbolo che appartiene alla cultura napoletana – e campana – da millenni, essendone stati ritrovati degli esemplari anche negli scavi archeologici vesuviani, e non va liquidato come un emblema di superstizione, stupida credenza popolare, oggetto da bancarella.

Albero di Natale a Sorrento nel 2015

Il corno è, dunque, una delle sfaccettature dell’incredibile e complessa identità partenopea, tuttavia non per questo bisogna erigergli un monumento provvisorio che sfregerebbe il volto della città.

Appare inoltre insensato concentrare energie economiche (seppur appartenenti a privati, come è stato lo scorso anno e sarebbe quest’anno) e mentali su un solo punto di Napoli, mentre nel resto della città verrebbero montate le solite dozzinali e brutte luminarie, comprese le palle giganti, gli alberelli spennati dalle pretese futuristiche, pinguini e così via. Brutte anche le luminarie dei decumani, quelle coi volti di Totò Eduardo e Troisi, che si ripetono identiche in successione e sono fatte male. Stesso discorso per quelle di via Toledo, banali e sgradevoli.

L’albero di Natale galleggiante di Bacoli

È assurdo questo atteggiamento, voluto o inconscio, di volere a tutti i costi prendere iniziative che stupiscano e che puntualmente si tramutano in scelte mediocri. Perché Napoli ha dimenticato quell’eleganza, quel gusto sobrio e signorile che tanto ammiriamo nelle foto e nei filmati d’epoca?

Basterebbe poco ad abbellire la città nel periodo natalizio, basterebbe per una volta guardare davvero cosa succede al di fuori dei nostri confini, senza invidia e senza divinizzare nessuno. Delle luci semplici, alberi di natale sobri e tradizionali: quante volte, guardando le immagini degli Champs-Élysées di Parigi, abbiamo pensato “perché non fanno così anche a Napoli?”. E, se sindaco e ministri fanno paragoni con le capitali europee, il paragone non ci deve spaventare né far ridere, ma farci migliorare.

Illuminazione di Natale a Parigi

Senza arrogarsi il diritto di competere con la capitale francese, avente capacità economiche (e non solo) enormemente superiori a quelle partenopee, a nostro avviso non è impossibile fare proprio l’esempio parigino mescolandolo con la proverbiale creatività napoletana. D’altra parte non è essenziale fare migliaia di chilometri, basta guardare i bellissimi alberi di Natale a cui ci ha abituato ogni anno Sorrento, a quello molto suggestivo e galleggiante di Bacoli, a quello di Caserta.

Se si fa anche in città più piccole, è tanto chiedere qualcosa di simile anche a Napoli? È troppo desiderare l’affrancarsi dalla mentalità dallo strafare a ogni costo, nonostante i noti problemi di bilancio*, sfociando immancabilmente nel cattivo gusto?

[*noti problemi di bilancio: il corno gigante – come è più che risaputo, dato che se ne è discusso fino allo sfinimento -sarebbe a costo zero per il Comune di Napoli; nelle casse entrerebbe, anzi, il corrispettivo per l’occupazione del suolo pubblico (a quale costo di immagine, se ne potrebbe parlare). In questo caso si è fatto riferimento alle varie decorazioni “speciali” in giro per la città. Precisazione resasi necessaria in seguito alle proteste di alcuni lettori che avevano mal interpretato il passo].

Lisbona


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