Il New York Times: “Perchè nessuno va a Napoli?”


 

severgnini

Beppe Severgenini, giornalista del Corriere della Sera, ha scritto un articolo sul New York Times, noto giornale statunitense che sarà pubblicato domani. Il titolo è di per se molto loquace: Perché nessuno va a Napoli? (Why No One Goes to Naples?). Secondo la sua teoria una delle colpe del governo italiano è quella di non aver investito nelle infrastrutture meridionali. La critica non è rivolta soltanto all’attuale governo, ma anche a quelli precedenti, nessuno escluso.

“La primavera è qui. Nel Sud Italia, il sole splende, il cielo è azzurro e il clima è mite. Profumi di fiori di arancio si mescolano con banchi di gelsomino. Il cibo è buono, il vino è poco costoso, la gente del posto è cordiale e la bellezza è tutto intorno. Ma dove sono i turisti?”

Queste sono le parole con cui il giornalista introduce l’argomento, mettendo però subito in chiaro un aspetto fondamentale dell’intera questione: il problema non è nella qualità della città, ne tanto meno, ed è questa la cosa più importante, dei cittadini. Il problema è il costante spreco di denaro, i vari finanziamenti che hanno arricchito chissà chi, mentre dovevano essere indirizzati verso lo sviluppo del turismo, risorsa principale delle magnificenze del Sud.

“La Costiera Amalfitana, a sud di Napoli, è ancora una calamita per i ricchi russi e romantici americani. Eppure Napoli è di per sé un deserto di turisti e il resto del Sud Italia è in gran parte privo di vacanzieri. Solo il 13 per cento dei turisti che vengono in Italia arrivano al Mezzogiorno. Gli aeroporti tedeschi hanno destinato 223 voli alle Isole Baleari in Spagna in una sola settimana la scorsa estate, e solo 17 per l’Italia meridionale”

L’attacco, ovviamente, viene poi rivolto verso il vero dramma di Napoli e di tutto il Mezzogiorno, ossia i governi locali, tutte quelle amministrazioni che tendono ad arricchirsi a discapito dei paesi amministrati.

“L’Ente per il turismo italiano spende un sorprendente 98 per cento del suo bilancio per gli stipendi, senza fare promozione turistica”

L’articolo poi si conclude con un monito di speranza, rivolto in particolar modo verso Renzi, responsabile ora di dover gestire la gravosa condizione del turismo meridionale e di dover investire gran parte delle risorse per valorizzarlo:

“Speriamo che il nuovo primo ministro, Matteo Renzi, manterrà le promesse. Oltre alle riforme che renderebbero l’Italia un bene per gli italiani – trasporti efficienti, meno tasse, prezzi più equi, rispetto per l’ambiente – è necessario trasformare anche l’Italia meridionale, e il resto del paese, in un paradiso per i vacanzieri”

 


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