Kikana: a Napoli il primo ristobar gestito da rifugiati e richiedenti asilo


A tavola si scoprono sempre sapori nuovi e si stringono legami sia col cibo che con i commensali. Kikana nasce con lo scopo di abbattere le barriere culturali che a volte ostacolano il confronto e la scoperta di un qualcosa a noi sconosciuto. Questo nuovo ristobar è gestito da rifugiati e richiedenti asilo di età compresa tra i 19 e i 32 anni. Il locale si trova in via del Parco Margherita a Napoli.

Falafel, polpettine vegane speziate con crema di ceci e tahina, il ricercato tabbuleh, un antico piatto libanese, vegetariano, con cous cous e tanto altro sono le pietanze preparate dallo chef Bouyagui. Kikana nella lingua del Mali vuol dire “vieni qua”, un vero e proprio invito. Il ristobar nasce dall’esperienza di “Tobilì”, la cooperativa di catering composta da rifugiati e richiedenti asilo. Tra i vari servizi offerti ci sono quelli di: catering multietnico e corsi di cucina. Una marea di entusiasmo si diffonde per tutto il locale.

Kikana è gestito dall’associazione Narghilè e a compiacersi di questo percorso compiuto da questi ragazzi c’è anche Daniela Fiore, responsabile Area Integrazione e Lavoro di Less Impresa Sociale Onlus, la quale ha affermato a La Repubblica che: “Abbiamo sempre creduto che nelle fasi di cambiamento si debba puntare con forza all’integrazione, cultura e innovazione sociale. Ognuno di noi insegue i propri sogni, i più fortunati possono provare a realizzarli nel luogo dove sono nati, altri, invece, sono costretti ad affrontare lunghi viaggi.”


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