Da Piscinola a Puerto Natales: in Cile la pizzeria napoletana alla fine del mondo


Un viaggio di 13.000 km per ritrovare casa e i suoi sapori inconfondibili. Napoli in mezzo alle Ande e al freddo glaciale dell’Antartide. Napoli dalla faccia tonda di una pizza e gli occhi soddisfatti di due giovani innamorati che, pur di realizzare il loro sogno, sono giunti sino in capo al mondo. Per la precisione a Puerto Natales, in Cile. Proprio qui Carmine Esposito da Piscinola e la sua Romina, di origini argentine, hanno deciso di piantare l’ultimo vessillo della vera pizza napoletana.

Non come quelle che Carmine era costretto a stendere col mattarello – eresia! – nel vecchio locale di Bournemouth, dove ha conosciuto la donna della sua vita e dove ha capito di voler ripercorrere le orme del padre, piazzaiolo verace dalle 350 pizze a serata. Ci è riuscito, anche se per farlo è dovuto arrivare sino alla “Ruta de la fin del mundo“. Un viaggio interminabile intrapreso per amore, stavolta della sua Romina, che da bambina ha trascorso parecchi mesi nel luogo che adesso è la loro nuova casa.

Puerto NatalesMisura 50 mq e, al riparo dai 4° estivi, parla di Napoli attraverso il gusto, l’olfatto e le mille immagini di Maradona e dei Quartieri Spagnoli, che abbelliscono il loro nuovo locale. Che fatica, però, per aprirlo! Il primo ostacolo, infatti, è stato l’affitto: trovare qualcosa di accessibile, con prezzi sui 3-4 mila euro mensili sembrava un’impresa impossibile.

Poi tutt’a un tratto un’anziana signora, incantata del loro amore, decide di dar loro a metà prezzo i locali che aveva affittato a un agenzia di viaggi. E così i due iniziano a dividersi tra i loro rispettivi lavori e la ristrutturazione del locale: “Abbiamo fatto tutto da soli” – raccontano emozionati a Fanpage.it–. “Le pareti di legno, la pittura, gli sgabelli, sono state tutte cose che abbiamo fatto poco a poco. Per realizzare le assi alle pareti siamo andati al porto a recuperare i bancali lasciati lì dai trasportatori“.

Puerto NatalesE non ti dico per il forno” – racconta Carmine – “Il giorno che dovevano montarlo io ero di turno all’altra pizzeria, scappo per venire a vedere cosa stavano combinando perché avevo uno strano presentimento. E infatti mi accorgo che l’avevano costruito troppo basso con uno sportello davanti la bocca. Per fortuna sono riuscito a fermarli in tempo, quello non era un forno per la pizza napoletana!“.

E il Cile non è un luogo dove far nascere un vero napoletano. Per questo in estate Carmine e Romina torneranno a Napoli, prima di riportare nuovamente Napoli in capo al mondo.


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