Sud abbandonato e desertificato: i temi della riunione del “Parlamento” delle Due Sicilie


Qualche anno fa (nel 2010) nacque a Napoli, nello storico e splendido Maschio Angioino, il “Parlamento” delle Due Sicilie. Con questa notizia si chiudeva il famoso best-seller di Pino Aprile, “Terroni”, vero e proprio spartiacque del nuovo meridionalismo. Pino raccontava storia e obiettivi di questo nuovo gruppo di azione e formazione civico-culturale nato “dalle millenarie tradizioni dell’Agorà greca alle Fratrie ateniesi e napoletane, dai Sedili alle Corporazioni medioevali fino ai parlamenti borbonici.

Nuova riunione a Napoli, nella splendida e storica sede di Santa Maria La Nova sabato 1 giugno 2019: circa 150 partecipanti provenienti da Napoli, dalle province dell’ex Regno e dagli esteri per rappresentare i milioni di emigranti meridionali presenti in tutto il mondo. Si tratta, in sintesi, di una iniziativa di carattere civico-culturale nel necessario e attuale dibattito sul Sud e sui suoi numerosi problemi tuttora irrisolti.

Una iniziativa più che mai attuale anche in considerazione dei recenti risultati elettorali con una questione meridionale sempre più drammatica e sempre meno presente nelle agende dei governi di turno. Un dato su tutti: quello della emigrazione giovanile che secondo i dati Istat e Svimez sta di fatto desertificando il nostro territorio e la questione meridionale sarà magari risolta solo per… assenza di meridionali, se il trend resterà lo stesso (e non ci sono segnali che facciano pensare al contrario).

Di qui la nuova riunione con i “delegati” divisi per aree di appartenenza (dalla Sicilia agli Abruzzi) e in commissioni di lavoro (economia, istruzione e cultura, famiglia, beni culturali e turismo, interno, difesa, industria e artigianato nel segno della campagna “compra Sud”, par condicio Sud-Nord…). Il Mezzogiorno d’Italia, dal 1861 ad oggi, a oltre 150 anni dalla nascita dell’Italia, non ha avuto (e non ha ancora) classi dirigenti adeguate, sono passati tutti, monarchia, repubblica, destre, sinistre, movimenti, ma il tutto con un gran fallimento socio-culturale, oltre che politico-economico. Questo progetto, allora, rappresenta il tentativo di coinvolgere larghe fasce delle antiche popolazioni dell’antico Regno delle Due Sicilie sempre più deluse e lontane dai temi legati al nostro territorio.

Il “Parlamento”, nel rispetto degli organismi e delle leggi della Repubblica Italiana (ad esempio con l’articolo 50 della Costituzione sulle petizioni), degli enti locali e sovranazionali, avrà il compito di sollecitare e stimolare il dibattito sui temi troppo spesso dimenticati della questione meridionale come una sorta di Osservatorio (delle politiche attuate o meno per il Sud) e di Laboratorio di idee e progetti anche di fronte alle nuove sfide del federalismo e del regionalismo differenziato (voluto dal Nord).


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