Napoli, il 118 soccorre un paziente: parenti e vicini prendono il medico a calci e pugni

Immagine di repertorio


Napoli – “Aggressione n.56 del 2019”. Così comincia la comunicazione Facebook di “Nessuno tocchi Ippocrate“. Un numero già di per sé sconcertante, ancora più grave se si considera che si tratta di un’aggressione nei confronti del personale del 118. Questo è quanto avvenuto nella serata di ieri presso le Rampe Brancaccio a Napoli.

La Pagina Facebook “Nessuno tocchi Ippocrate” ha pubblicato un post in cui ha fornito un resoconto dettagliato della vicenda, che appare a dir poco inquietante, nonostante sia cominciata apparentemente in modo “normale”. “Pochi minuti fa la postazione viene allertata per “dispnea in paziente oncologico” presso Rampe Brancaccio a Napoli”.

L’appartamento del paziente da subito si presenta angusto e sito al terzo piano senza ascensore“. Un dettaglio preoccupante, che d’altra parte non può certamente frenare il personale del 118. “Una volta raggiunto il paziente con borsoni e presidi sanitari il Medico visita il paziente e rileva una saturazione di ossigeno di 96% (nessuna dispnea rilevata), comunque si decide di trasportarlo in PS date le condizioni cliniche generali“.

Il servizio di emergenza si mostra subito attento ed efficiente, tanto da allertare la centrale operativa per inviare un altro mezzo di soccorso per “supporto fisico nella mobilizzazione del paziente”. Questo però, a quanto sembra, non è bastato a tranquillizzare i parenti dell’ammalato, che si sono scagliati contro il medico intento a compilare la scheda dell’intervento in attesa dei soccorsi.

Da subito i parenti iniziano ad agitarsi per l’attesa. Dapprima prendono a parolacce il medico e successivamente lo prendono di peso e lo spingono fuori la porta dell’appartamento lanciandogli anche un ventaglio e colpendolo“. Un episodio triste e sconcertante, che lascia ben poco spazio a ulteriori commenti. “Il Team Leader, considerando la scena non sicura, resta fuori l’abitazione in attesa del supporto“.

Come se tutto ciò non bastasse, l’aggressione ai danni del medico è proseguita anche fuori dall’abitazione. “I parenti, con la complicità di alcuni abitanti del quartiere hanno preso a calci e pugni l’ambulanza“. Il paziente è stato quindi trasportato al Cardarelli, mentre le minacce di morte da parte della sua famiglia sono continuate finché il personale del 118 non è andato via.

È difficile pensare a qualcosa che indigni di più delle violenze subite dal personale sanitario durante l’esercizio delle proprie funzioni. Resta da sperare che l’attività dell’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” contribuisca a sensibilizzare sempre più persone su questo tema, nonché a informare l’utenza sul corretto uso del Servizio di Emergenza Sanitaria Territoriale 118.


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