Napoli, il Comune chiude i cimiteri ad agosto. Curia attacca: “Non sono aziende”


E’ stata molto criticata la scelta del Comune di Napoli, la quale chiude i cimiteri, durante il mese di agosto. Le polemiche sono arrivate principalmente dalla Curia e dalla Efi (Eccellenza Funeraria Italiana, sindacato di categoria delle agenzie funebri). “Il cimitero non è un’azienda” è il motto della nuova protesta. 

Che il Comune abbia gravi carenze nella gestione e organizzazione del comparto funebre lo sappiamo e denunciamo da tempo, ma che scarichi tutte le responsabilità sulla Curia di Napoli, e più precisamente sulle Arciconfraternite, sorprende anche noi”. Queste sono state le parole dei delegati Efi, Gennaro Tammaro e Alessio Salvato riportate da Il Mattino). Le critiche infatti sono la conseguenza della missiva proveniente dalla Curia e indirizzata al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, all’assessore Enrico Panini e ai vertici di Palazzo San Giacomo. Tale lettera, firmata da Giuseppe Tufo (il direttore dell’Ufficio Arciconfraternite partenopeo), ha l’intenzione di invitare il Comune a rivedere la decisione sulla chiusura dei cimiteri.

A metà mese di luglio – spiegano Tammaro e Salvato – dal Comune è arrivata una direttiva che ci ha sorpreso. Non che questa amministrazione non abbia mai fatto intendere che crede che si possa scegliere in quale periodo dell’anno morire, tra uffici part-time e altre prodezze che ben ricordiamo. Ma in queste ferie di agosto, oltre alle classiche operazioni cimiteriali comunque rinviabili (come le esumazioni) e quindi sospese fino a settembre, si aggiunge l’impossibilità di interrare le ceneri dei propri cari. Nel giustificare l’impossibilità di espletare tale servizio, il Comune avrebbe quindi spiegato che la colpa è delle Arciconfraternite che ad agosto chiudono. Se avete intenzione di farvi cremare, sembra dire, evitate quindi di morire in quel mese“.

Nel giustificare l’impossibilità di espletare tale servizio – continuano i due impresari funebri – il Comune avrebbe quindi spiegato che la colpa è delle Arciconfraternite che ad agosto chiudono. Se avete intenzione di farvi cremare, sembra dire, evitate quindi di morire in quel mese. Sarebbe proprio questo il motivo ad aver innescato la risposta piccata delle Arciconfraternite che hanno smentito seccamente di interrompere qualsivoglia tipo di attività solo perché il Comune ha detto così”.

Dal nostro canto – chiudono Tammaro e Salvato – siamo davanti a un impietoso scaricabarile che serve solo a mascherare le insufficienze del Comune di Napoli. Comune che, ricordiamo, a noi risulta essere ancora fuori norma per la formazione dei dipendenti comunali cimiteriali e che inneggia invece alla legalitàquando si tratta di affissioni funebri su spazi che lo stesso Comune ancora non concede”.

Al di là di chi abbia ragione o meno in questa vicenda, invitiamo il Comune a ragionare in base al benessere dei suoi cittadini. Quest’ultimo deve essere sempre il fine ultimo di ogni azione della pubblica amministrazione. 


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