De Magistris: “Se Whirlpool chiude apriremo un centro di produzione tutto nostro”


Inutile girarci intorno, la Whirlpool ha chiuso la porta in faccia a Governo e lavoratori e chiuderà lo stabilimento di Napoli, destinato a passare nelle mani – pare – di una società svizzera che in ogni caso non potrà impiegare tutti gli oltre 400 operai. Un fallimento per lo Stato italiano, il quale non è riuscito a far rispettare gli accordi presi con la multinazionale.

Sulla questione è tornato a parlare Luigi de Magistris. Il sindaco di Napoli è stato sempre vicino ai lavoratori, facendo il possibile per dare una mano. Operazione complicata, visto che non solo non ha potere decisionale in merito, ma è stato anche deliberatamente ignorato nonostante, in quanto primo cittadino, rappresentasse un interesse della città che amministra.

Il sindaco ha alzato più volte la voce, ma se tutti ti ignorano è davvero complicato riuscire a cambiare qualcosa. Così de Magistris chiede per l’ennesima volta a Giuseppe Conte di essere ricevuto, accennando a un progetto che tuttavia sembra di ben complicata attuazione.

“Sulla vicenda Whirlpool il presidente del Consiglio deve ricevere la città rappresentata dal suo Sindaco che si fa portavoce delle istanze dei lavoratori di una fabbrica che chiude per scelta, non per necessità, tant’è che lasciano aperti gli stabilimenti del centro-Nord. Noi faremo sentire la nostra voce e in caso di chiusura faremo un centro produzione collettiva di lavatrici tutto italiano”.

Questo il suo intervento ai microfoni di Mariù Adamo in un’intervista realizzata per Mattina 9, il morning show in onda su Canale 9 – 7 Gold.

“Il governo ha tutti gli strumenti per non far diventare ineluttabile questa partita: è molto grave – ha continuato de Magistris – che un anno fa venne firmato un accordo tra Whirlpool, governo e rappresentanze sindacali e ora questo accordo viene stracciato. L’esecutivo si faccia sentire anche perché Di Maio ci ha un po’ marciato in campagna elettorale per le europee rassicurando i lavoratori. Conta più il governo o una multinazionale? Ci sono gli strumenti per far capire che se si comportano così hanno chiuso con l’Italia”.


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