Napoli dedica una piazza a Marcello Torre, vittima innocente di camorra


Il 12 dicembre si è tenuta una solenne celebrazione a Napoli nei pressi del Palazzo di giustizia. È stata dedicata la Piazza antistante all’edificio a una vittima innocente di camorra, il suo nome è Marcello Torre. L’avvocato e sindaco di Pagani  ucciso su ordine di Raffaele Cutolo poiché schieratosi contro le attività della camorra, tra le quali la speculazione nei giorni del terremoto del 1980.

Marcello Torre muore l’11 dicembre 1980 alle ore 8:20 in prossimità della sua casa colonica e sotto gli occhi della piccola figlia, Annamaria Torre. Diventa riduttivo definire la sua “colpa” di combattere contro la camorra per la speculazione edilizia post – terremoto. In realtà avrebbe voluto costruire una Pagani civile e libera. Riportiamo per intero la sua lettera testamento in cui si conferma di quanto suindicato:

“Carissimi, ho intrapreso una battaglia politica assai difficile. Temo per la mia via. Ho parlato al dr Ingala (commissario PS Nocera Inferiore ndr). Conoscete i valori della mia precedente esperienza politica. Torno nella lotta soltanto per un nuovo progetto di vita a Pagani. Non ho alcun interesse personale. Sogno una Pagani civile e libera. Ponete a disposizione degli inquirenti tutto il mio studio. Non ho niente da nascondere. Siate sempre degni del mio sacrificio e del mio impegno civile. Rispettatevi ed amatevi. Non debbo dirvi altro. Conoscete i miei desideri per il vostro avvenire. Lucia (la moglie ndr) serena – Peppino ed Annamaria (i figli ndr) “laureati” corretti – tolleranti – aperti all’esistenza – con una famiglia sana e tranquilla. Quanti mi hanno esposto al sacrificio siano sempre vicini alla mia famiglia. Vi abbraccio forte al cuore un pensiero ai miei fratelli, alle zie e a tutti i miei cari… Marcello”.

La lettera è stata scritta durante la chiusura della sua campagna elettorale, il 30 maggio del 1980, quindi ancor prima di diventare sindaco ed è indirizzata al pubblico ministero dott. Domenico Santacroce.

A seguito della morte del sindaco, ci sono due iter processuali cui gli esecutori materiali sono stati assolti a formula piena per non aver commesso il fatto e sono: Antonio Benigno e Salvatore di Maio detto Tore ‘o guaglione. Poi c’è stata la riapertura grazie alla collaborazione di alcune persone tra cui Francesco Petrosino che è colui che ha portato la macchina del commando omicida. La sua collaborazione ha fatto sì che fosse condannato Raffaele Cutolo come mandante. Tuttavia resta ancora quella zona grigia per chiudere il caso, cioè ricercare i soggetti politici in combutta con i criminali.

Lapide commemorativa dedicata a Marcello Torre che è posta in prossimità della sua abitazione in via Perone.

Prima la moglie e poi la figlia si sono costituite parte civile per amor di giustizia. Loro non hanno mai smesso la battaglia e inoltre s’impegnano a far conoscere ai più chi fosse Marcello Torre. Mantengono viva la sua memoria attraverso il “Premio Marcello Torre”, un premio destinato a chi fa la differenza nel campo civile e alla lotta contro la criminalità. Inoltre si ricorda il “Premio scolastico Marcello Torre” per gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.  La figlia è il referente provinciale della memoria dell’associazione “Libera” di Salerno. “Libera” è una rete di associazioni che combattono non solo contro le mafie ma anche per altri aspetti: giustizia sociale, ricerca di verità, tutela dei diritti etc.

Abbiamo fatto un’intervista ad Annamaria Torre per conoscerla meglio.

Come mai è stata riconosciuta a suo padre la piazza del tribunale di Napoli?

Mio padre prima di essere un politico è stato un uomo di giustizia e quindi quale migliore assonanza se non ricordare il suo impegno civile per mezzo di una piazza antistante al tribunale di Napoli? La denominazione è stata fortemente voluta sia da Sandro Ruotolo sia dall’assessore alla toponomastica Alessandra Clemente. C’è stato l’appoggio di Luigi de Magistris che oltre a essere sindaco è un validissimo magistrato, e il procuratore generale Luigi Riello.

Quali altri luoghi sono stati dedicati a suo padre?

È stata dedicata una via in Toscana e un’altra nelle Marche. Anche a Pagani c’era una via dedicatogli nel trentennale dalla morte di mio padre, ma l’hanno revocata. Tuttavia lo stadio della paganese è intitolato a lui. Mio padre è stato il presidente della paganese calcio.

Lei è il referente provinciale dell’associazione “Libera” di Salerno, mi spiea in che cosa consiste l’associazione?

Io sono un membro attivo dell’associazione. “Libera” si occupa di preservare la memoria delle vittime delle mafie. L’associazione non si premura solamente di presiedere alle celebrazioni delle vittime di mafie, ma  conforta anche i parenti delle vittime o si occupa dell’accompagnamento durante ai dibattimenti processuali. Insomma è tutto un costruirsi.

Quali sono state le sue sensazioni in merito all’evento?

Ho provato una forte emozione e in particolare mi ha colpito uno spiraglio di luce dietro al cielo annuvolato, una luce, secondo me, non dettata dal caso. Al che ho pensato: “ È nu juorno buono!”.


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