Angela, 110 e lode con una tesi sulla pubblicità in napoletano: “Voglio costruire qualcosa di bello per la mia terra”


Chi nasce a Napoli è destinato a portarsela dentro per sempre. Può viaggiare in tutto il mondo, vedere i posti più lontani e straordinari esistenti su questo pianeta, eppure la vista del Vesuvio, l’odore del mare, la costa di tufo e cenere vulcanica sono richiami dolci ai quali non si può rinunciare. Chi ha girato tutto ‘o munno nun l’ha visto comme a ccà, appunto. È questo deve essere stato anche il sentimento di Angela Milano, 25 anni, laureata presso l’Università di Urbino con il massimo di voti discutendo una tesi sull’uso del napoletano nella pubblicità. Angela ha portato un pizzico della nostra cultura, di quella napoletanità che è un sentimento più unico che raro (avete mai sentito parlare di analoghi riferiti ad altre città?), ponendo l’accento sull’importanza della difesa e dell’uso grammaticalmente corretto della seconda lingua più parlata d’Italia. È stata proprio lei a raccontarci cosa c’è dietro la sua scelta, e quali sono i suoi progetti per il futuro.

Chi sei?
È sempre un po’ difficile parlare di sé stessi, ma andiamo per ordine: sono nata in penisola sorrentina 25 anni fa e dopo la maturità classica ho deciso di iscrivermi all’università “L’Orientale” di Napoli, per intraprendere quel percorso di studi linguistici che mi aveva sempre appassionato, soffermandomi in particolar modo sul cinese e l’inglese. Questo è stato il mio primo vero trampolino di lancio verso il mondo: da qui ho viaggiato, soprattutto grazie ai due Erasmus intrapresi, e ho imparato molto su tante lingue e culture diverse dalla nostra. Da casa mi sono poi spostata per completare il mio percorso universitario ad Urbino, una piccola città immersa nelle colline marchigiane. Ed anche in questo piccolo borgo medievale, così diverso da casa mia, ho voluto portare un pizzico della nostra napoletanità, discutendo una tesi sull’uso della lingua napoletana nella pubblicità.

Come mai hai scelto questo argomento per la tua tesi?
I motivi che mi hanno portata a scegliere di parlare della nostra lingua in un contesto piuttosto estraneo alla stessa sono vari. Innanzitutto, volevo omaggiare il napoletano portandolo lontano dai suoi confini di fruizione, facendo conoscere la sua storia, la sua diffusione, la sua ortografia e la sua tradizione artistica e letteraria ad un contesto accademico diverso. Inoltre, volevo parlare di qualcosa di originale e personale, che sentivo mio per davvero e di cui nessun altro poteva parlare con la stessa passione. Attraverso questo lavoro di ricerca tesi è come se avessi chiuso il cerchio dei miei tanti spostamenti tra Italia ed Europa, chiedendo scusa alla nostra terra per essermi allontanata per così tanto tempo. Questa scelta si è poi rivelata vincente, tanto da aver ottenuto la lode. Insomma, direi che Napoli ha accettato le mie scuse e mi ha portato tanta fortuna.

Perché per studiare hai scelto un’Università che non si trova in Campania?
È nato tutto un po’ per caso: dapprima grazie ad un passaparola positivo fatto da ex-compagni de “L’Orientale” che si erano spostati all’ateneo di Urbino e poi dall’interesse da parte mia di poter abbinare allo studio delle lingue straniere un approccio un po’ più pratico, in cui si inserivano il marketing e la comunicazione interculturale d’impresa. È stata una scelta che rifarei, infatti la ritengo una bellissima parentesi della mia vita, anche se le nevicate e il freddo di montagna mi hanno fatto penare un bel po’.

Dove ti vedi in futuro? Intendi restare in Campania o sei più orientata a cercare fortuna altrove?
Avete presente il detto “impara l’arte e mettila da parte”? Ebbene io l’arte l’ho imparata tra il liceo, gli insegnamenti della mia famiglia, l’università, il lavoro e la vita in giro per l’Italia e l’Europa, ma non ho nessuna voglia di metterla da parte. Quest’ “arte” voglio piuttosto riportarla qui, in questa terra che mi ha dato tanto e che non merita veder andar via tanti giovani, che sono i frutti migliori del suo lavoro. Ho dunque tutta l’intenzione di restare a casa mia e di poter costruire qui qualcosa di bello, con la speranza che Vesuvio live mi porti la stessa carica di fortuna che mi ha portato il napoletano nel mio elaborato di tesi.


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