Napoli, trasfusione mal eseguita nel ’74: eredi risarciti con 695 mila euro


Napoli – Eredi di una donna operata di cesareo nel lontano 1974 vincono un ricorso da quasi 700 mila euro per un errore trasfusionale che ha provocato prima la cirrosi e poi la morte nel 2013.

Sono passati ben 46 anni da quell’incidente all’Ospedale Loreto Mare. Una donna, dopo aver subito un taglio cesareo, dovette sottoporsi ad una trasfusione di sangue. Questo però era infetto di HCV e provocò la cirrosi che l’ha accompagnata per tutta la vita.

Nel 2014, l’anno dopo la morte della donna, i figli avanzarono una richiesta di risarcimento per l’accaduto. La scorsa settimana, precisamente l’8 luglio, il TAR della Campania ha stabilito effettivamente che la struttura ospedaliera dovrà risarcire gli eredi per una cifra pari a 695 mila euro.

Questa la sentenza del 2018 del Tar di Napoli sul ricorso della donna operata nel 1974: “Anche se la trasfusione venne effettuata nel 1974, quando ancora il virus dell’HCV non era conosciuto, il Ministero della Salute dev’essere considerato responsabile dell’accaduto. In caso di patologie conseguenti ad infezione da virus HBV, HIV e HCV, contratte a seguito di emotrasfusioni o di somministrazione di emoderivati, sussiste la responsabilità del Ministero della salute”.

“Anche per le trasfusioni eseguite in epoca anteriore alla conoscenza scientifica di tali virus e all’apprestamento dei relativi test identificativi. Atteso che già dalla fine degli anni ’60 era noto il rischio di trasmissione di epatite virale. Era possibile la rilevazione (indiretta) dei virus, che della stessa costituiscono evoluzione o mutazione. Mediante gli indicatori della funzionalità epatica, gravando pertanto sul Ministero della salute”.


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