A renderlo noto è l’Uspp – Unione Sindacati Polizia Penitenziaria. Sul ritrovamento dei chiavistelli sono in corso indagini per scoprire a quale uso erano destinati.
“L’episodio – commentano il presidente dell’Uspp Giuseppe Moretti e il segretario regionale Ciro Auricchio – evidenzia ancora una volta la necessità di dotare la polizia penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati, come quelli in grado di schermare gli istituti di pena.
Grazie agli sforzi profusi e malgrado i turni massacranti e le scarse risorse, la polizia penitenziaria carcere di Napoli Secondigliano riesce comunque ad arginare i frequenti tentativi fraudolenti di introduzione di telefonini e droga, evitando così gravi ripercussioni per l’ordine e la sicurezza interna“, concludono i due sindacalisti.
Non è la prima volta che un episodio simile accade nel carcere di Secondigliano. Già lo scorso aprile, in pieno lockdown, un drone con 6 cellulari stava tentando di atterrare nel penitenziario.
Ricordiamo inoltre come nel periodo di lockdown, le restrizioni sulle visite ai detenuti fecero scattare molte rivolte soprattutto nei carceri del Casertano e di Benevento, con il ferimento di diversi agenti penitenziari.