In realtà Maresca non conferma né smentisce l’ipotesi: “mi avvalgo della facoltà di non rispondere”, ha detto nel corso della trasmissione Barba&Capelli in onda stamattina su radio Crc. Ad ogni modo, ha affermato che sta “lavorando a un grande progetto di impegno civile e ogni giorno faccio politica”.
Sulla situazione delle carceri il sostituto procuratore sottolinea: “Amnistia e indulto sono certificazioni di una sconfitta dello Stato. La detenzione è un settore nevralgico e più che interventi di questo tipo servono quelli strutturali. La normativa che hanno replicato come a marzo, un ‘indultino’, non serve. In queste condizioni serve un provvedimento radicale con la sospensione della detenzione carceraria in quella domiciliare controllata attraverso i braccialetti e il personale: bisogna diminuire di 20mila unità. Altrimenti si perde il controllo della situazione epidemiologica nelle carceri”.
Sul rischio infiltrazioni criminali nelle proteste e nell’economia in crisi di questo Paese Catello Maresca critica Governo e regioni: “Il tessuto sociale è purtroppo facilmente infiammabile da promesse mancate e poca chiarezza complessiva nella gestione dell’emergenza con balletto tra Stato, regioni e comuni. Questo ha provocato difficoltà e la situazione è esplosiva, va controllata per evitare scene violente con le infiltrazioni di chi non ha che a fare con la protesta. Più aumentano le zone rosse più aumenta disagio e malcontento che purtroppo poi deve essere gestito”.
E aggiunge: “Il rischio delle mafie nelle imprese è reale con indagini che lo hanno già certificato. La Campania ce lo insegna dopo il terremoto con il clan dei casalesi che fece il salto di qualità da mafia rurale a quella imprenditoriale. Nelle crisi le mafie diventano più potenti proiettandosi nel mondo legale per acquisire attività economiche”.