Napoli, dove i luoghi comuni prendono il sopravvento sulla realtà


Risale a qualche settimana fa la pubblicazione, da parte di TeleclubitaliaCh98, di un’inchiesta giornalistica che prova a divellere l’inestirpabile serie di cliché e inconsistenze sulla città di Napoli. I giornalisti interessati alla ricerca delle informazioni si sono soffermati sugli ambiti della sicurezza, della RC Auto e dei rifiuti, ognuno appesantito dal fardello dei falsi miti da sfatare.

A proposito della sicurezza e, quindi, del grado di pericolosità da sempre attribuito al capoluogo campano, l’inchiesta avvalora quanto già affermato da Tripadvisor, il più cliccato e autorevole dei portali web di viaggio. Quest’ultimo, infatti, ha statisticamente mostrato che Napoli non rientra affatto tra le città a rischio per i portafogli dei turisti e che il fenomeno del borseggio riguarda maggiormente, tra le città italiane, Roma, e tra quelle straniere, Parigi e Barcellona.

In seno alle assicurazioni, invece, gli autori dell’inchiesta hanno messo in evidenza, cosa tra l’altro denunciata anche dalla redazione di Vesuviolive nel mese di gennaio, il rincaro delle tariffe RC auto per la città di Napoli e provincia. Un aumento ingiustificato soprattutto a fronte delle ultime statistiche ISTAT del 2012, secondo le quali il numero di sinistri in Campania, circa 17.000, è di gran lunga inferiore rispetto a quello del nord, là dove detengono il primato le regioni della Lombardia (65.000), Emilia Romagna (34.000) e Toscana (31.000). Se ciò avviene è perché le compagnie assicurative, sostenendo e avvalorando il luogo comune della truffa, credono che aumentare i costi delle tariffe RC auto sia l’unico modo per difendere se stesse da eventuali tentativi di frode.

Vignetta

In ultima istanza, i giornalisti di TeleclubitaliaCh98 hanno prestato attenzione all’usurato scenario dei rifiuti campani. Senza voler occultare ovvero cancellare quanto di triste c’è stato in questo settore, essi provano a dare spazio a realtà che, essendo poco sponsorizzate, risultano sconosciute ai più. È il caso dei Comuni Ricicloni, le comunità locali molto attive nella gestione dei rifiuti, nelle raccolte differenziate avviate a riciclaggio, ma anche acquisti di beni, opere e servizi, che abbiano valorizzato i materiali recuperati da raccolta differenziata. In Campania esistono 53 Comuni Ricloni, molti di più del Lazio (10), dell’Emilia Romagna (22) e della Toscana (22).

Purtroppo, però, tutto questo non sembra essere suscettibile di notiziabilità; molto meglio e più conveniente puntare sull’immagine della Campania quale Terra dei Fuochi e di Napoli come la città della monnezza. Chiosando, si potrebbe asserire che la battaglia di Napoli e dei suoi estimatori contro i luoghi comuni, molti dei quali soffocano la realtà, ricorda quella di Don Chisciotte contro i mulini a vento. Una battaglia persa. È duro da accettare, ma è così. 


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