Sfottò e rivendicazione a Napoli, la maglia bianconera su Garibaldi: “Era Juventino”


Garibaldi “era juventino”. Si è svegliata così Napoli questa mattina, con una singolare protesta tra la rivendicazione borbonica e la provocazione sportiva. Nella centralissima Piazza Garibaldi, a pochi passi dalla stazione centrale, simbolo di collegamento con le altre città d’Italia, sulla statua dell’ “eroe” dei due mondi c’era un qualcosa di diverso.

E’ la maglia della Juventus che copre la divisa del capo della spedizione dei Mille. Sotto la statua una scritta che racchiude tutto il senso ironico della particolare iniziativa: “Garibaldi era juventino“. Il blitz è stato organizzato dagli attivisti di “Napoli Capitale”.

Per un napoletano la frase “sei uno juventino” è sicuramente una delle offese peggiori da subire e soprattutto da fare. Quindi battezzare Garibaldi come juventino racchiude il disprezzo del popolo partenopeo nei confronti di quello che ha unificato l’Italia spaccando per sempre il nord dal sud.

Chi è sempre stato legato alla città di Napoli e alla sua storia non ha mai visto di buon grado il personaggio di Garibaldi, il ruolo che ha avuto e la piazza a lui dedicata. Tante infatti sono state le petizioni lanciate negli anni per dedicare la piazza a simboli come Totò o Maradona – dopo il suo decesso.

La storia di Napoli e del Sud cambiò il 26 ottobre 1860, quando Garibaldi strappò il Mezzogiorno d’Italia ai Borbone, nel consegnarlo a Vittorio Emanuele II, diede inizio alla storia di un nuovo paese. Un’Italia che da lì a poco sarebbe divenuta certamente unitaria, ma che avrebbe avuto dei mali endemici. Divisioni e disomogeneità, oggi come allora, la caratterizzarono. Popoli che tra di loro non avevano nessun punto di contatto e nessuna affinità, si ritrovarono ad indossare le complesse vestigia di una Nazione


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