Tornano le auto sul lungomare liberato, attività in rivolta: temono danni economici


Si preannuncia lo scontro tra l’amministrazione comunale e le attività di ristorazione e ricettive di via Partenope. Si torna infatti a parlare del destino del lungomare liberato, simbolo della Napoli di Luigi de Magistris che lo ha chiuso per quasi un decennio al traffico veicolare. Con i lavori in Galleria Vittoria sono tornate, per forza di cose, le auto, ma con la riapertura della “grotta” le cose non sarebbero destinate a cambiare di molto. il sindaco Manfredi, infatti, qualche settimana fa aveva parlato di lungomare liberato ma solo part time, ossia nei weekend e festivi.

Ritorno delle auto sul lungomare liberato: se ne parla in Giunta

La Giunta Comunale ha cominciato a discutere del destino del lungomare venerdì; tra Gaetano Manfredi e l’assessore Edoardo Cosenza sembra esserci comunità d’intenti, tuttavia entrambi sono del parere di voler ascoltare i titolari delle attività per evitare di disporre imposizioni dall’alto senza ascoltare i diretti interessati, e soprattutto per comprendere le loro ragioni.

Attività contrarie

Tra i contrari al ritorno delle auto c’è Sergio Maione, amministratore del Grand Hotel Vesuvio e presidente della sezione Turismo dell’Unione Industriali di Napoli: “Io sono felice che sia stato eletto Manfredi – ha affermato in una intervista alla versione online de ‘Il Mattino’ – è l’unico che può cancellare gli errori di dieci anni di amministrazione che hanno messo in ginocchio Napoli. Il lungomare liberato era l’unica eredità da conservare”. Maione sostiene anche la necessità di garantire ai turisti la cartolina per eccellenza di Napoli libera dal traffico e dal caos, un modo per rendere la città più accogliente.

Il problema dei trasporti

La questione a nostro avviso continua ad essere, però, quella dei trasporti pubblici. A Napoli, se non si possiede un mezzo privato, troppo spesso non si è sicuri di arrivare in tempo al lavoro o ad un appuntamento, non si può godere della città in cui si vive perché gli spostamenti non sono assicurati secondo standard di qualità decenti. Chi rinuncia all’auto o allo scooter deve avere una valida alternativa.


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