Napoli città meno attrattiva d’Italia per potenzialità economiche e risorse umane


La città di Napoli ultima in classifica per potenzialità economiche e risorse umane. Un tristissimo primato che vede la città partenopea fanalino di coda dell’Italia moderna ed industrializzata. A tal proposito riportiamo di seguito l’articolo pubblico da IlCorrieredelMezzogiorno.it

Trento si aggiudica la medaglia d’oro: «è il capoluogo di regione più attrattivo d’Italia». Seguono, sul podio virtuale di Assirm — l’associazione, nata nel 1991, che riunisce i maggiori istituti italiani di ricerche di mercato, sondaggi di opinione e ricerca Sociale (da Doxa a Ipsos, da Demoskopea a Swg e Nielsen) — Roma e Perugia.

Quarto e quinto posto sono appannaggio di Milano e Bologna, «mentre Napoli è la maglia nera nazionale»; la città partenopea, infatti, si piazza all’ultimo dei 20 posti della graduatoria, preceduta da Palermo e Bari. Dalle nostre parti, insomma, le potenzialità economiche, umane, demografiche e sociali non sono all’altezza del resto d’Italia.

A sancirlo, dati alla mano, è l’Indicatore di attrattività locale (Ial), sviluppato dagli esperti del centro studi di Assirm in collaborazione con il prof Gian Carlo Blangiardo, ordinario di demografia all’Università Bicocca. Il rapporto specifico è stata presentato ieri a Milano; l’obiettivo del lavoro è di analizzare in ottica «Expo 2015» l’appeal delle grandi città del Paese.

I numeri presi in considerazione per articolare lo Ial sono di fonte pubblica («dal ministero dell’Economia e della Finanza all’Istat»); sono stati elaborati attraverso l’utilizzo di un «cruscotto socio-economico» formato da 9 indicatori elementari (più un decimo riassuntivo, ossia la classifica vera e propria): reddito medio, divario ricchi/poveri, percentuale di obbligo scolastico non conseguito, percentuale di diplomati, età media popolazione, variazione della popolazione 2008-2012, variazione delle famiglie 2008-2012, indice migratorio, eterogeneità. Dati che secondo Assirm sono in grado di fotografare le caratteristiche economiche, demografiche e sociali di un territorio, che così può essere valutato in termini di competitività. «Non colpisce il primo posto di Trento, città laboratorio emblema del Nord-Est produttivo che continua a rappresentare un’area privilegiata della geografia socio-economica italiana — spiega Alessandro Amadori, direttore del centro studi Assirm —. Più interessante è il secondo posto di Roma: città piena di problematiche, ma intrinsecamente attrattiva, unica vera città galassia del Paese».

Poi entra ancor più nel dettaglio: «Se il caso di Trento conferma che piccolo è bello, il secondo di Roma ci fa capire che grande significa ancora attrattivo. E probabilmente in futuro lo sarà sempre di più».

Ma la classifica elaborata da Assirm «inverte a tratti il luogo comune sul Nord sempre e comunque più attrattivo rispetto al Sud». A dimostrarlo «il posizionamento di Campobasso al decimo posto, sopra quattro città del Nord: Torino, Venezia, Aosta e Genova». A chiudere la classifica, tuttavia, restano tre grandi realtà del Meridione, «tradizionalmente afflitte da problemi strutturali: Bari, Palermo e Napoli. «Il capoluogo partenopeo — precisa Amadori al Corriere del Mezzogiorno — vive una situazione sicuramente difficile, complicata.

E i nostri numeri lo confermano. Una condizione non certo figlia delle capacità o delle volontà dei suoi residenti. La verità è che questa città, che nel Seicento era insieme a Parigi la più popolosa e tra le più influenti d’Europa, deve essere rilanciata. Il nostro studio, avviato in vista di Expo 2015, serve proprio a ricordare la necessità di reinvestire sulle grandi realtà metropolitane. Basterebbe un miliardo di euro ben speso per riportare il capoluogo partenopeo tra le città più importanti d’Europa. Serve solo la giusta volontà e un po’ più di capacità. Ripeto, non da parte dei cittadini, che sono solo vittime».

Napoli, per la cronaca, sconta uno squilibrio tra i più alti nel Paese tra ricchi e poveri, vanta un reddito medio ben sotto la media, si misura con una dispersione scolastica da record e con una percentuale bassissima di titoli di studio (solo Palermo, per la precisione, sta messa peggio come numero di diplomati). Inoltre, fa registrare un indice migratorio superato solo da Potenza. Per tutti questi motivi, ribadisce Amadori, «la città è in coda» per potenzialità economiche e capitale umano.

«Lo Ial — dichiara il presidente di Assirm, Umberto Ripamonti — è uno strumento che aiuta a comprendere le caratteristiche di un territorio e valutarne la sua competitività, in un momento in cui la competitività è la vera sfida con cui si devono confrontare tutti i territori. Il nostro progetto, in ottica Expo 2015, è di mappare il territorio italiano, attraverso il livello di benessere, attrattività e potenzialità di sviluppo delle sue città per individuare i comuni virtuosi che possano fungere da esempio per il resto del Paese».


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