Carla, bruciata viva, parla per la prima volta: ecco che ha detto


Carla, la donna di Pozzuoli bruciata viva dall’ex compagno, è riuscita a rispondere per la prima volta alle domande che le hanno posto gli inquirenti. Dopo la tragica esperienza dell’un febbraio scorso, nella quale ha rischiato di perdere la vita insieme alla figlia che portava in grembo, nata prematuramente, sono proprio per la piccola Giulia Pia le prime preoccupazioni: “Ditemi come sta”.

Rassicurata sulle condizioni di salute della bambina, che per fortuna sta bene, ha rivolto il suo pensiero all’ex compagno chiedendo che fine avesse fatto, se lo avessero almeno arrestato, aggiungendo che è sempre stato un tipo violento.

Paolo Pietropaolo è detenuto e accusato di aver agito in piena coscienza e premeditazione. Dopo essere andato a comprare la benzina, si è recato da Carla, l’ha picchiata e infine le ha dato fuoco perché la donna voleva lasciarlo. L’uomo, invece, vuole convincere i magistrati di aver avuto un raptus, versione che però risulta poco credibile proprio perché egli si trovava in possesso di quel liquido. Non sarebbe stata, per gli inquirenti, la follia di pochi attimi, ma di un processo alquanto lungo nel quale Paolo Pietropaolo avrebbe potuto riflettere e desistere. Da qui la tesi della premeditazione.

Per lui, oltre all’accusa di tentato omicidio premeditato, vi sono le aggravanti della crudeltà e dello stalking. Pare, infatti, che Carla Caiazzo fosse così spaventata dall’uomo da aver spesso comunicato ai propri familiari gli spostamenti che avrebbe fatto, oltre a barricarsi più volte in casa della madre per mettersi al riparo dalla violenza fisica e verbale dell’uomo.


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