L’accusa chiede 51 anni di carcere per gli esponenti del clan Gionta. La requisitoria, arrivata dal procuratore generale della Corte d’Appello di Napoli, non ha fatto sconti a nessuno, senza scalare nulla dalla sentenza di primo grado. A gestire tutto, secondo quanto riferito ai giudici, erano le donne di Palazzo Fienga: Teresa Gionta, la sorella di Aldo, Francesca Donnarumma e Anna Paduano. Tutte condannate, il 27 maggio 2015, a 9 e a 6 anni di galera per associazione mafiosa ed estorsione aggravata dall’articolo 7.
Questi soldi sarebbero serviti a pagare gli avvocati e le famiglie con i parenti in carcere. Il processo, però, racconta di un clan con “l’acqua alla gola”, che estorceva soldi “con sconto e a modiche rate”. Nel corso delle indagini sono emersi molti particolari al riguardo. Addirittura, pare che gli esponenti del clan siano arrivati ad estorcere a un noto bar di Torre Nord una “misera” bottiglia di champagne per festeggiare il Capodanno.