20 anni dalla scomparsa di Angela Celentano: soldi a chi ne dà notizie


Sono trascorsi 20 anni dalla scomparsa di Angela Celentano avvenuta sul monte Faito. In 20 anni sono state tante le notizie fino a spostare le indagini in Messico, che conducono al nome di Celeste Ruiz. Ma è di qualche ora fa la notizia di un comunicato diramato dalla procuradora general de la Republica Arely Gòmez Gonzàlez. Dal comunicato si evince che l’autorità giudiziaria messicana offre fino a un milione e mezzo di pesos, l’equivalente di circa 80 mila euro, a chi fornirà informazioni veritiere e utili in merito alla scomparsa della bambina, che possano contribuire alla localizzazione di Angela Celentano o di Celeste Ruiz Tellez, quest’ultima indicata anche con il nome di Monica Celeste Ruiz Tellez o Monica Celeste Ruiz o Celeste Ruiz, oppure alla identificazione dei probabili responsabili del delitto di privazione illegale della libertà.

Come riporta Repubblica, questa scelta da parte dell’autorità giudiziaria messicana è l’ultima svolta, nel caso della bambina sparita nel nulla il 10 agosto 1996, all’epoca Angela Celentano aveva 3 anni. Inoltre la Procura generale di Città del Messico ha deciso di ricorrere a un istituto previsto dall’ordinamento locale per provare a rispondere alle domande poste dalla Procura di Torre Annunziata. L’ufficio diretto da Alessandro Pennasilico ha più volte, negli anni, chiesto alla magistratura messicana di collaborare con i colleghi italiani e di trovare quindi la soluzione del caso.

La pista è giunta in Messico quando Celeste Ruiz, alcuni anni fa, sostenne di essere la stessa persona che, nel 2010, aveva contattato la sorella di Angela sostenendo di essersi riconosciuta nelle foto della bambina scomparsa sul monte Faito. Per la Procura di Torre Annunziata rintracciare Celeste Ruiz è fondamentale, per un confronto del suo Dna con quello di Angela. Per far sì che questo avvenga, è indispensabile la collaborazione dell’autorità giudiziaria messicana. A sostenere l’importanza della collaborazione tra le due autorità giudiziarie si sono espressi le alte cariche dello stato italiano come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti, che hanno chiesto alla Procura Generale di Città del Messico di affiancare i colleghi di Napoli.

I termini della procedura, in merito alla ricompensa per chi dovesse fornire informazioni per la risoluzione del caso, sono stati pubblicati sul “Diario Oficial” il 28 giugno e si compongono di undici articoli. Nel comunicato viene ricordato che la ricompensa, per chi darà delle informazioni, non potrà essere riconosciuta ai dipendenti pubblici locali che lavorano nei settori della sicurezza pubblica, della giustizia o delle carceri, così come ai coniugi e ai parenti consanguinei fino al quarto grado. Nel comunicato sono indicati anche l’indirizzo di una casella postale, un recapito di posta elettronica e tre numeri telefonici.


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