Pesticidi, rifiuti e scarichi: il fiume Sarno sta morendo. Situazione invariata da anni


Il fiume Sarno sta morendo, ucciso da pesticidi, scarichi, rifiuti vari e consumo di suolo. Le ultime indagini condotte da Goletta del Sarno, campagna di monitoraggio giunta alla terza edizione, hanno dato risultati a dir poco deprimenti. Legambiente ha reso noto un dossier in cui ci sono numeri allarmanti: l’80% del fiume è inquinato e il 55% della popolazione che vive nell’area non è dotata di impianti di depurazione.

Il monitoraggio non ha riguardato, tra l’altro, soltanto il fiume, ma anche i canali secondari che vi confluiscono, valloni situati nell’alto Sarno (Solofra e Montoro), canali del basso e Medio Sarno (San Valentino Torio, Poggiomarino, Scafati, Angri, Pompei e Torre Annunziata, gli scarichi provenienti dalle vasche Pianillo e Fornillo e infine il torrente Vernotico a Castellammare di Stabia. Di questi quindici punti monitorati, in dodici si sono riscontrate criticità rispetto a diversi parametri presi in esame.

Sia nel fiume che in prossimità dei torrenti che vi confluiscono ci sono rifiuti solidi urbani di varia natura o scarti delle attività produttive. Si pensi che una eventuale piena li porterebbe direttamente a mare inquinando le acque del Golfo di Napoli. Permangono, inoltre, una strana colorazione delle acque e schiume che fanno presumere agli abitanti la presenza di scarichi civili ed altri pericolosi, e i cattivi odori continuano ad essere una costante ‘caratteristica’ delle zone interessate dal fiume.

La situazione, purtroppo, è rimasta invariata da anni. Nel 2014, denunciammo le condizioni della spiaggia di Rovigliano, una frazione in prossimità della foce del fiume Sarno, ma oggi, a distanza di due anni, non ci sono stati miglioramenti. Il Sarno sta morendo e nessuno interviene concretamente.


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