Agostino Riitano, è di Torre del Greco il project manager di “Matera 2019”


Matera è la città “Capitale della Cultura 2019”, ma chi c’è dietro questo progetto? Vi raccontiamo la storia di Agostino Riitano, Project manager che fa parte del team di direzione artistica di “Matera 2019” e che da alcuni anni è nella Città dei Sassi, per lavorare al programma che farà della città la “Capitale Europea della Cultura”. Riitano non si definisce un cervello in fuga da Napoli, ma che è in prestito alla città di Matera. Napoli per Riitano è stata una palestra di vita e professionale.

Fondatore di Officine Efesti che si occupa della promozione delle arti contemporanee, direttore artistico di “Eruzioni Festival”, “Barock” ed altre rassegne, da tempo impegnato nel progetto di sviluppo locale del rione Sanità. Ma è Torre del Greco il suo primo territorio di impegno e di lavoro. Riitano infatti è originario della città corallina.

A Matera è arrivato nel 2013 contattato dalla Regione Basilicata per lavorare alla valutazione dei progetti del bando “Visioni urbane”, pensato per trasformare cinque luoghi in residenze artistiche e culturali. Poi si candidò per far parte del team di professionisti e fu scelto per lavorare in un pool di tre esperti, dove era l’unico italiano e per di più del Sud.

A Repubblica.it dice: “Matera deve rappresentare una piattaforma per il Sud, per tornare a scommettere sulle politiche culturali e su una dimensione europea. Io mi sono occupato delle prime due. Fare emergere le realtà e connetterle per generare la costruzione di una piattaforma del sud verso l’Europa. Una inversione di tendenza, insomma: non importare modelli, ma esportare i nostri in Europa.”

Le sue esperienze sono raccontate nel libro: “Sud innovation”. Nei suoi progetti c’è tanta attenzione al Sud e soprattutto ai giovani del Sud. Della sua formazione racconta: “La mia palestra è stata il teatro a Napoli. Qui mi sono formato come operatore e come uomo che osserva il processo di produzione culturale per quello che è: una cosa sofisticata e complessa che ha a che fare non solo con gli attori ed impatta con la politica ed il mondo della didattica”.

Dell’organizzazione del progetto per “Matera 2019” racconta di un lavoro di un progetto non solo di Matera ma di tutto il Sud: “Nella scrittura del dossier lavorai sulla capacità visionaria del progetto culturale, sviluppando le tre dimensioni del progetto una fortemente locale, per fare emergere il meglio della dimensione locale, una meridionale, perché Matera deve rappresentare una piattaforma per tutto il Sud. Deve tornare a scommettere sulle politiche culturali, ed una a dimensione europea. Io mi sono occupato delle prime due. Nell’organizzazione del progetto eravamo considerati visionari. Poi abbiamo vinto ed è incominciato il bello. Bisognava mettere in pratica qualcosa di mai realizzato: 330 giorni di attività per 3.300 appuntamenti. Ho lavorato con un sistema di “cocreazione”, invece di importare dei modelli creiamo un modo di fare”.

Inoltre Riitano confessa che c’è molta Napoli nel progetto per “Matera 2019” e non potrebbe non essere così: “Ci saranno il San Carlo, innanzitutto, con la “Cavalleria rusticana” nei Sassi, ed il Teatro Stabile Nazionale con cui stiamo lavorando per generare due produzioni, una più piccola ed una a carattere internazionale con particolare attenzione alla danza contemporanea. Utilizzando le molteplicità del Teatro Nazionale come vetrina internazionale. Abbiamo organizzato un team per organizzare le migliori forze delle regioni del Sud”.

Sul suo ritorno a Napoli dice: “Io rimango un “napoletano momentaneamente in missione”; alla fine vorrei mettere a disposizione della mia città il patrimonio acquisito in questi anni di lavoro per Matera. È stata un’esperienza epocale e quindi mi metto a disposizione della città”.


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