Sempre al TG5, il 13 aprile, in un servizio di Antonio Bartolomucci, Napoli veniva presa come emblema della violenza in merito all’omicidio in Svizzera di una ragazza italiana: “Questa è Ginevra, non Napoli”, commentava una cittadina elvetica. In entrambi i casi la menzione della città partenopea è incomprensibile, non aggiunge informazioni al servizio, ma serve soltanto a gettare fango ingiustificato su una città perennemente vittima di sciacallaggio e pregiudizi, nonostante i dati reali presentino una situazione completamente diversa.
Il servizio di Cillo – non poteva essere altrimenti – ha indignato i partenopei e, evidentemente, le proteste hanno avuto risonanza anche ai piani alti del telegiornale milanese. Il giornalista, infatti, è stato punito con una sospensione di 15 giorni, come comunica lo scrittore Angelo Forgione. A Bartolomucci non successe niente, adesso l’inversione di tendenza: forse è stato proprio il caso di Ginevra a comportare un cambio delle regole in casa Mediaset, in base al quale si è potuto punire Rocco Cillo.