Secondo gli inquirenti, negli uffici dell’Asl preposti all’acquisto di beni e servizi, sarebbero avvenute manipolazioni nelle procedure di selezione delle ditte aggiudicatarie, favorendone alcune che, sebbene intestate a prestanome, sarebbero poi risultate riconducibili a familiari del provveditore.
Il sistema, in soldoni, consisteva nel simulare che le aziende intestate ai prestanome fossero, per conto delle multinazionali, “fornitrici esclusive” dei prodotti elettromedicali e di consumo acquistati dall’azienda.
Così l’Asl aggirava le procedure ordinarie acquistando i beni a prezzi di gran lunga superiori rispetto ai costi che avrebbe dovuto sostenere in caso di gara pubblica.