Secondo i rumors, Liberato avrebbe addirittura rifiutato offerte di grandi case discografiche, pur di tenere nascosta la sua identità. Facile pensare che si tratti, comunque, di un’operazione di marketing ben studiata, che serva a costruire un personaggio che desti curiosità e, perché no, anche scalpore.
Qualcuno lo ha paragonato all’Elena Ferrante della musica partenopea, qualcun altro ci ha visto similitudini con Burial, un artista inglese che per anni ha mantenuto l’anonimato.
RollingStone.it ha provato ad intervistarlo, ma Liberato ha dato risposte senza informazioni rilevanti: “Je voglie sule fa’ ‘a museca”, ha detto tra le altre cose.
Intanto, mentre ci si interroga su di lui, la sua musica (un misto tra hip hop, moderno r&b e sonorità elettroniche) cresce, insieme al grande mistero che la avvolge.
Chi è, davvero, Liberato?
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