Eppure, c’è un altro particolare che collega indissolubilmente la strada all’antica storia di Napoli: il nome. La strada è perennemente assolata e sprovvista di alberi che possano portare un po’ d’ombra, ma questo non giustifica il nome di via del Sole. Secondo quanto sostenuto da Giovanni Attinà la ripida salita, al tempo dei Cumani, quindi alle origini di Neapolis, conduceva all’acropoli, il luogo dove sorgevano i templi.
In particolare, l’attuale via del Sole sarebbe stata sovrastata dal tempio di Helios, dio del sole. Il nome sarebbe quindi un richiamo a quell’antica meta. Tuttavia, ci sono delle realtà che, in parte, smantellano questa teoria. I Romani avevano eretto il tempio di Apollo, corrispettivo latino di Helios, dove ora sorge la Basilica di Santa Restituta, su via Duomo. La stessa strada, al tempo il decumano superiore, era detta “vicus solis” per la presenza di tale luogo di culto.
È difficile pensare che i Romani abbiano distrutto e ricostruito un tempio allo stesso dio, con così poca distanza. Del resto l’attuale via del Sole non sarebbe mai potuta sbucare sull’originario “vicus solis”, essendone una parallela. Insomma, le soluzioni possibili sono due: o, effettivamente, il tempio di Helios che avrebbe sovrastato via del Sole è stato distrutto e ricostruito altrove dal popolo occupante; oppure la nuova strada ha preso il nome in onore del vicino “vicus solis”.