È facile però fare retorica a tragedia avvenuta, tanto facile quanto inutile. Siamo nel 2018 e tutti sanno che, quando si svolge un lavoro, ci sono delle regole di sicurezza da rispettare. Chi se ne frega non solo ha o potrebbe avere dei morti sulla coscienza, è anche un criminale.
Altrettanto facile è versare lacrime di coccodrillo, salvo poi approfittarne per aggiungere l’ulteriore tassello a una campagna elettorale perenne. Qui ci riferiamo alle dichiarazioni di un parlamentare (inutile riportarne il nome) che afferma:
“Al sud come nel nord del paese queste tragedie devono essere evitate a ogni costo. Il tasso di mortalità è oggi paragonabile a quello di un secolo fa: fermiamo la precarietà che costringe i giovani ad accontentarsi di lavoretti in nero, senza alcuna forma di sicurezza”. Eccetera eccetera.
In cento anni, insomma, non si è fatto nulla per evitare le morti sul lavoro a quanto pare. Probabilmente perché in cento anni le condizioni degli operai non sono migliorate, specialmente nel Mezzogiorno, una zona geografica che resta subalterna al Nord, abbandonata a se stessa, che non è mai stata al centro di un piano sociale ed economico che risolva la questione meridionale.
Un Sud che nei fatti – coscientemente o incoscientemente è un altro discorso – è trattato da colonia interna di un paese che oggi è sull’orlo del collasso, essendo finita l’era dell’indebitamento statale senza freni e dei finanziamenti a pioggia. Era quella la vera pacchia.
Se è vero che neanche al Nord se la passano poi tanto bene, è tuttavia vero che la parte settentrionale del paese può godere di maggiori infrastrutture, collegamenti, opportunità. Ricordiamo, infatti, che secondo i dati Istat del 2017 i giovani disoccupati al Sud sono il triplo rispetto al Nord, situazione che costringe ancora di più ad accettare condizioni di lavoro da fame e senza uno straccio di diritto. Condizioni ideali per la criminalità organizzata.
I giovani meridionali hanno ancora di più il cappio al collo perché le famiglie del Sud non sono ricche come quelle del Nord, dunque non hanno lo stesso supporto. E non veniteci a dire che il costo della vita nel Mezzogiorno è minore, perché i servizi sono inesistenti, le spese per spostamenti a RCA sono alle stelle, i viaggi della salute portano capitali dal Sud al Nord, la criminalità organizzata non viene combattuta e gli sforzi di cittadini, magistratura e forze dell’ordine sono vani. Sono questi sono alcuni degli “inconvenienti”, i primi che ci vengono in mente. Tutto pagato dalle tasche dei meridionali che si spaccano la schiena da mattina a sera.
Emigrazione, disoccupazione e morte: sono queste le tre opzioni tra cui è costretto a scegliere un ragazzo del Sud.