Questa è la dichiarazione dei soci della pizzeria Di Matteo, il negozio di recente vittima di spari contro la saracinesca ad opera della malavita organizzata nella notte tra domenica 25 e lunedì 26 febbraio.
I ristoratori non erano consapevoli di essere intercettati dai carabinieri e hanno dato sfogo alla frustrazione dettata dalla situazione e dalle indagini sul racket nel centro storico: finalmente si è rotto il regime di omertà durato quasi otto anni.
Una sorte simile era già capitata alla pizzeria Sorbillo in Via Tribunali e alla pizzeria Terra Mia in Via Duomo. La camorra del centro storico porta il nome dei Sibillo, dei Giuliano, dei Buonerba. Dietro di loro organizzazioni più grandi come quelle dei Contini, dei Rinaldi e dei Mazzarella.
A finire in manette grazie ai Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, sono stati Vincenzo Sibillo, Giosuè Napoletano, Giovanni Ingenito e Giovanni Matteo.
Sono questi gli eredi dei Sibillo sgominati: è un nuovo attacco alla cosiddetta “paranza dei bambini”. Le indagini sono state condotte dai pm Francesco De Falco e John Henry Woodcock con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli.