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Gabbiano che afferra un cane: l’ornitologo Fraissinet ci spiega perché non è possibile

Ha fatto molto discutere la notizia di un gabbiano che avrebbe afferrato un cagnolino, sprovvisto di guinzaglio, portandoselo via con sé. Il cucciolo di Pinscher (che dovrebbe pesare intorno al chilo e 8) si trovava in giro con la sua padrona. Tutto sarebbe avvenuto nei giardini del Bosco di Capodimonte a Napoli davanti ad alcuni testimoni che avrebbero poi raccontato questa storia ad un consigliere della III Municipalità Stella – San Carlo all’Arena. Ed è stato proprio il politico ad assicurare la veridicità della notizia.

GABBIANO CHE ATTACCA CANE E LO PORTA VIA CON SE’ IN VOLO, L’ORNITOLOGO SPIEGA PERCHE’ È UNA BUFALA

Notizia che secondo l’ornitologo Maurizio Fraissinet è totalmente infondata e non scientificamente provata. È infatti impossibile che un gabbiano riesca a sollevare in volo un cane, anche se cucciolo. Lo studioso ha una lunga carriera alle spalle, è stato membro del Consiglio Nazionale del WWF Italia, membro del Comitato scientifico di Legambiente, oltre che collaboratore della LIPU. E’ stato inoltre Consigliere regionale della Campania, Vicepresidente dell’Assemblea, Presidente del Parco nazionale del Vesuvio e Vicepresidente di Federparchi. Quindi chi meglio di lui può spiegarci perché un gabbiano non può portare via un cane:

Il gabbiano ha le zampe palmate, per poter catturare un mammifero e poterlo trasportare in volo ci vogliono gli uccelli rapaci che sono dotati di artigli. Questi uccelli arrivando a contatto con il mammifero usano gli artigli che sono come dei pugnali che entrano nella carne della preda, poi la sollevano e con il becco la portano via. Il gabbiano invece può soltanto uccidere col becco, non ha altre armi. E una volta che ha ucciso col becco, come fa con il colombo o con gli uccelli migratori, lo mangia sul posto perché ha difficoltà a trasportarlo. Magari stacca qualche pezzo e lo porta via con sé ma il colombo è un animale leggero e ha le ossa cave. Figuriamoci con un cucciolo di cane che pesa qualche chilo. Nella letteratura scientifica ornitologica non si è mai letto negli ultimi decenni di gabbiani in tutte le parti del mondo che hanno aggredito cani portandoli via. Se qualcuno avesse visto una scena del genere dovrebbe essere molto preciso, non dico filmarlo, perché sarebbe il primo caso documento al mondo.

Semmai fosse successo il gabbiano si sarebbe fermato sul posto e col becco avrebbe tentato l’uccisione dell’animale per poi strapparne le carne e cibarsi. Poi avrebbe portato le carni a qualche esemplare più giovane. Ma che un gabbiano senza le zampe/i piedi artigliati e con un becco che si è evoluto nel tempo per portare piccoli uccelli o pesci sia stato in grado di sollevarlo col becco, considerato il peso di un gabbiano reale e quello di un cane, e che con questo becco fosse stato capace di portarlo via, se qualcuno dei mie colleghi ornitologi dimostra questo, filmandolo, fotografandolo, il mondo scientifico crederà ad una cosa del genere. In alternativa nessuno scienziato serio può dare credito a questa notizia. Una poiana lo può fare tranquillamente, ha gli artigli ma un gabbiano no. Purtroppo di queste bufale sono anni che ce ne sono: come le vipere lanciate col paracadute, il gatto che provoca gli incendi sul Vesuvio perché ha la coda che brucia, l’aquila reale che mangia i bambini“.

L’IMPORTANZA DI INFORMARSI

Poi l’ornitologo Maurizio Fraissinet lancia una frecciata ai tanti che hanno diffuso e creduto a questa notizia:

“È molto triste che queste notizie, non dico sui social dove può scrivere chiunque, finiscano sui giornali che dovrebbero essere qualificati. Non si fa un minimo di verifica scientifica-tecnica presso gli esperti prima di accogliere notizie così chiaramente stupide e inventate. L’ignoranza in campo scientifico è davvero una piega per il nostro Paese. L’ornitologia italiana è molto attenta al fenomeno dei gabbiani urbani che hanno colonizzato i centri, nel campo della ricerca e della divulgazione, l’Italia è uno dei paesi leader in Europa. Siamo gli unici in Europa in cui un gruppo di studiosi ha pubblicato con l’Anci un opuscolo in cui si spiega il motivo del fenomeno e si danno le linee guide per le amministrazioni e i cittadini per gestire il fenomeno. L’opuscolo è stato pubblicato a cura del Comune di Napoli, ci sono gli strumenti per conoscere e capire il fenomeno perché c’è chi lo studia anche se ignorati di tutti. Ho un po’ di tristezza mista a rabbia perché è un peccato che arriva un personaggio che inventa una favola e venga subito accreditato“.