“Papa Francesco è napoletano”. Parola di De Laurentiis

 

Mancano meno di due settimane all’arrivo di Papa Francesco in quel di Napoli e l’attesa cresce di giorno in giorno. Sabato 21 marzo l’abbraccio con Sua Santità, atteso da un autentico tour de force di 12 ore. Scampia, Piazza Giovanni Paolo II, Piazza del Plebiscito, carcere di Poggioreale, Duomo, chiesa del Gesù Nuovo e lungomare Caracciolo, queste le tappe di una visita che rappresenta un autentico motivo d’orgoglio per la città tutta.

Il Papa toccherà tutti i principali luoghi del sacro e profano in cui Napoli da sempre vive. Tutti tranne uno. All’appello manca lo stadio San Paolo, che per un argentino e grande appassionato di calcio come Bergoglio rappresenta sicuramente un’emozione che solo i napoletani possono capire. Nel comunale di Fuorigrotta non gioca e non ha mai giocato il “suo” San Lorenzo”. In compenso però il San Paolo, per 7 indimenticabili anni, è stata la casa del più grande calciatore di tutti i tempi, Diego Armando Maradona.

Questo non può lasciare indifferente nessun argentino, nemmeno il più “santo” di tutti. Perché, in fondo, il calcio per molti è una fede e perché della religione ne condivide lo scopo: unire le persone attorno a dei valori che possano saldare la pace e l’armonia tra loro. Dopo el pibe de oro toccherà, dunque, a Papa Francesco riuscire a fare tutto ciò.

Un aiuto, in questo senso, giunge anche dal presidente De Laurentiis: L’amore di Jorge Mario Bergoglio per il calcio, per il San Lorenzo e per i tanti ragazzi delle villas che attraverso il calcio sono riusciti a salvarsi dalla violenza, dalla droga, dalla miseria è condiviso da tutti noi. Parliamo di periferie simili a quelle di Napoli, dove i campetti di gioco sono il frutto del lavoro della Curia guidata dal Cardinale Crescenzio Sepe, di molti parroci coraggiosi e di enti sportivi lungimiranti come il Napoli. Un aspetto che mi piace ricordare senza negare che dobbiamo fare di più”.

E proprio queste comuni passioni de Papa e dei partenopei renderebbero Sua Santità un vero e proprio napoletano. A dirlo ancora il patron azzurro: “Napoli si sente vicina a un Papa venuto dalla fine del mondo, che noi consideriamo molto napoletano anche per il condiviso amore per il calcio e in virtù dei campioni che hanno vestito con gloria sia la nostra amata maglia che quella dell’Argentina”.