1 Maggio 1799: Quando il popolo napoletano ripudiò San Gennaro

 

Correva il primo maggio dell’anno 1799 e a Napoli imperversava la Rivoluzione giacobina. I Francesi avevano occupato la città  per appoggiare la fiorente Repubblica Napoletana che aveva malamente cacciato il re Ferdinando di Borbone per far spazio ad una nuova società imperniata sullo stampo della “Republique Francaise”. Ma nonostante questo disordine sia i francesi che i napoletani, seppur con differenti motivazioni, speravano nel miracolo del sangue sciolto di San Gennaro.

Bizzarra è la storia che capito quel dì e che ci è a noi pervenuta anche grazie al racconto”quando San Gennaro fece il miracolo sbagliato” contenuto nella pagina fb “etimologia delle parole napoletane“.

Come da tradizionale usanza nel giorno del primo sabato di Maggio, la teca con il prezioso sangue dell’amato San Gennaro lasciava il Duomo in una processione guidata dal Cardinale e in un chiassoso corteo ci si dirigeva verso la Basilica di Santa Chiara ove si sarebbe aspettato il miracoloso scioglimento del sangue contenuto nelle misteriose ampolle. Quell’anno, però, a Napoli si respirava un’aria stranamente triste e mesta.

I napoletani credevano fermamente nell’appoggio del loro amato Santo e speravano che l’agognato miracolo questa volta non avvenisse affinchè anche l’ignaro San Gennaro si sarebbe dimostrato favorevole ad una rivolta contro gli invasori francesi.

Dall’altro lato invece i soldati francesi capitanati dal Generale Championnet, consci del grande valore simbolico della liquefazione del sangue del martire Gennaro per i napoletani,si presentarono nella Basilica, sperando che il miracolo avvenisse  in loro presenza cosicché  i reticenti e litigiosi napoletani vedendo ciò si sarebbero convinti ad accettarli nella loro città, ponendo fine ai continui tumulti.

Tutti insieme, napoletani e francesi, pregavano il Santo ma con speranze differenti. Le preghiere aumentavano e la soddisfazione dei napoletani fu grande quando inizialmente, in ogni modo, si facesse roteare la teca il sangue contenuto in essa appariva sempre raggrumito. L’impavido Generale Championnet temeva che i napoletani vedendo il mancato miracolo avessero l’ulteriore sprono a combatterli e cacciarli dalla città.

Per evitare una nuova Rivoluzione , mandò un ufficiale sull’altare ove il Cardinale stava pregando e gli fece intimare che se il miracolo non fosse istantaneamente accaduto, gli avrebbe subito tagliato la testa facendola ruzzolare nella sacra Basilica. San Gennaro, udendo l’infamante minaccia, amando a dismisura il proprio popolo per evitare altre vittime non potè fare altro che far sciogliere il sangue e far gridare al miracolo!

I Napoletani, indignati per il tradimento del proprio Santo che venne tacciato d’essere giacobino, distrussero con collera e ira tutte le effigie raffiguranti San Gennaro e la sua statua venne gettata in acqua. Ora però la città aveva bisogno di un nuovo fedele patrono e fu così che Sant’Antonio divenne il nuovo Santo protettore di Napoli.

I rapporti tra il Nuovo Patrono e il popolo sembravano andar bene ma  dopo qualche anno dalla sua nomina ufficiale si verificò un’eruzione del Vesuvio e i napoletani, impauriti, iniziarono a pregare il nuovo Santo patrono affinchè  la lava smettesse di scendere.

Ma il povero Sant’Antonio, che napoletano non era e a Napoli neppure c’era mai stato, non seppe gestire le invocazioni del colorito popolo partenopeo. L’unico che avrebbe potuto aiutare i disperati napoletani in una situazione così funesta era solo San Gennaro!

Un vecchio pescatore, memore del luogo ove la statua del povero San Gennaro era stata gettata in mare, corse a recuperare la preziosa statua e subito la portò in processione con tutto il popolo unito verso il pericoloso Vesuvio.

San Gennaro, che nonostante tutto era sempre rimasto fermamente devoto alla sua città, una volta giunto in processione sul Ponte della Maddalena a San Giovanni, la sua  statua alzò la mano destra e la la lava scrosciante si fermò. San Gennaro fu riportato trionfante nella cappella in quello che era da sempre e per sempre sarà il suo posto.