Torre del Greco, la protesta dei marittimi fuori dal complesso che ospita la Capitaneria di Porto
Protesta dei marittimi a Torre del Greco per chiedere dignità e rispetto per la categoria alla quale da anni vengono sistematicamente sottratti diritti e garanzie.
Un grido di dignità e rispetto si è levato forte dalle voci dei marittimi di Torre del Greco, riuniti in protesta davanti alla Capitaneria di Porto. A guidare la mobilitazione è stato il sindacato OR.S.A. Marittimi, deciso a denunciare le condizioni di lavoro precarie e la mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi per la formazione professionale.
I lavoratori del mare chiedono non solo stabilità contrattuale, ma anche accesso gratuito ai percorsi formativi, finanziati dallo Stato ma che, stando alle denunce, sembrano rimanere solo sulla carta.
“Formazione e fondi pubblici: dove finiscono?” è la domanda lanciata a gran voce dai manifestanti, che puntano il dito contro una gestione opaca dei contributi destinati alle prime immatricolazioni dei marittimi.
Il segretario nazionale dell’OR.S.A. Marittimi, Gennaro Bottiglieri, intervenuto con un megafono di strada, non ha risparmiato accuse pesanti alla politica cittadina, agli armatori e perfino alla stessa Capitaneria di Porto.
“Abbiamo il diritto di sapere dove vanno a finire i fondi destinati alla nostra formazione. I marittimi continuano a pagare di tasca propria corsi e abilitazioni, mentre i finanziamenti pubblici non si sa dove sono” – ha dichiarato Bottiglieri tra gli applausi dei presenti.
Non solo sindacalisti e lavoratori del mare: al fianco dei marittimi si sono schierati anche semplici cittadini. Presente anche rappresentanti di Potere al Popolo, che ha espresso sostegno alla causa dei marittimi, rimarcando la necessità di maggiore trasparenza e controlli rigorosi sull’utilizzo dei fondi pubblici.
La protesta davanti alla Capitaneria di Porto ha voluto lanciare un messaggio chiaro: le denunce dei lavoratori non possono cadere nel vuoto. “Chiediamo solo ciò che ci spetta: dignità, rispetto e condizioni di lavoro stabili. Vogliamo trasparenza e accesso reale alla formazione, senza giochi di potere” – hanno ribadito i manifestanti.
Una battaglia che non sembra destinata a fermarsi qui, ma che anzi potrebbe segnare l’inizio di un percorso di rivendicazione più ampio, in difesa dei diritti di chi vive e lavora ogni giorno sul mare.