Società

Turismo per far sesso coi minori, italiani primi al mondo: le loro mete preferite

Ogni anno, migliaia di italiani viaggiano per chilometri allo scopo di raggiungere mete nel Sud Est Asiatico, Africa e Sud America. Questa volta, però, parliamo di turismo sessuale sui minori e purtroppo il primato è italiano.

Secondo gli ultimi dati di Ecpat Italia Onlus (organizzazione contro lo sfruttamento sessuale dei bambini), gli italiani sono al primo posto come clienti sessuali di questi bambini, seguiti da turisti provenienti dalla Germania, Giappone, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Cina.

Motivo che spinge migliaia di persone a dirigersi in questi paesi e ad avere rapporti con minori, diversamente a quanto si pensi non è la pedofilia, ma una sorta di trasgressione. Si tratta, infatti, di persone spesso sposate o anche single, maschi o femmine (le donne sono in netta minoranza), ricche o con budget limitato, di livello sociale alto o anche basso. Il presidente della sezione italiana dell’organizzazione Marco Scarpati spiega a “The Telegraph”: “Queste persone non sono pedofili. I pedofili abituali sono il 5 per cento, la maggioranza invece dei turisti sessuali è composta da persone che vanno all’ estero per provare un’esperienza trasgressiva“. Pertanto i turisti sessuali vengono divisi in tre categorie: quelli occasionali ( spesso in visita per lavoro); quelli abitudinari (molti risiedono lì per alcuni periodi acquistando residenze); infine i pedofili ( rappresentano circa il 5% ).

Tra i paesi più a rischio c’è il Kenya che conta dalle 10.000 alle 15.000 bambine tra Malindi, Bombasa, Kalifi e Diani, coinvolte nella prostituzione. Si tratta per lo più di minori di età compresa tra i 12 e i 14 anni, e i turisti sessuali interessati risultano essere nel mondo circa un milione. Le mete preferite degli italiani sono il Kenya, Santo Domingo, Colombia e Brasile.

Oltre quello di voler provare una nuova esperienza, tra i motivi della prostituzione minorile rientra anche l’anonimato e l’impunità, e sopratutto la falsa convinzione che avere rapporti con un minore riduca il rischio di contrarre l’Aids (spesso i bambini africani nascono già con questa malattia perché la contraggono dal genitore affetto). Dietro a questo tipo di turismo ci sono organizzazioni criminali internazionali, cui unico modo per combatterli sarebbe coordinare attività di polizia a livello internazionale.