La Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha approvato il testo base che permette la coltivazione in casa, per i maggiorenni, fino a quattro piante femmine di cannabis. È ammesso soltanto l’uso personale. Si tratta di un provvedimento che ha un duplice scopo: da una parte è utile a chi fa uso di cannabis per uso terapeutico, costretto finora a procurarsela attraverso gli spacciatori e la criminalità organizzata; dall’altro costituisce un modo di sottrarre alle mafie (almeno in parte) una fonte di guadagno anche considerando che la società generalmente tollera il consumo di marijuana.
Allo stesso tempo, la pena della reclusione per detenzione ai fini di spaccio di cannabis viene inasprita da 6 a 10 anni ma diminuiscono le sanzioni per illeciti di lieve entità. In ogni caso non si potrà mai considerare di lieve entità lo spaccio ai minori e nelle prossimità delle scuole. A precisarlo è il relatore del provvedimento, il deputato del Movimento 5 Stelle Mario Perantoni. Il testo opera altresì una distinzione tra i diversi tipi di stupefacenti.
Il testo ha avuto il voto contrario di Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia ad eccezione dell’onorevole Elio Vito, al quale è stato “concesso” il voto favorevole poiché da sempre favorevole alla marijuana per uso personale. Astenuta Italia Viva.
Il disegno di legge prevede che il numero massimo di piante coltivabili sia di quattro, e che siano femmine. Sono infatti queste che producono i fiori utili a essere essiccati e fumati. Le piante di sesso maschile, invece, servono a selezionare le varietà di cannabis e crearne di nuove; le fibre di queste inoltre sono più adatte a produrre tessuti essendo flessibili e resistente in maniera maggiore rispetto alle fibre provenienti dalle piante femmine.