Società

Alessandro Siani: “Fiero di mio padre operaio all’Alfa Romeo. Ridare dignità ai lavoratori”

Alessandro Siani con gli operai della Whirlpool di Napoli: l’attore questa non è presente solo fisicamente, come quando a San Gennaro 2021 si recò dai lavoratori per dare loro sostegno, ma è la voce narrante del nuovo documentario di Gianfranco Pannone dal titolo “Via Argine 310”, l’indirizzo dello stabilimento.

La vicinanza di Siani al mondo operaio non è affatto casuale: suo padre era infatti un operaio specializzato dell’Alfa Romeo di Pomigliano d’Arco, e proprio di questo aspetto ha parlato in un’intervista concessa al Corriere del Mezzogiorno.

Alessandro Siani: “Fiero di mio padre operaio all’Alfa Romeo”

“Mio padre è un uomo che non ha scelto il proprio lavoro. Si è dovuto adattare, ma con orgoglio ha amato la sua professione. Per lui la fabbrica era una seconda famiglia. Diceva fiero che era diventato un operaio ‘specializzato’. Chiedevo da bambino ‘che lavoro fai?’ Lui mi rispondeva ‘sono sulla catena di montaggio’ ed io sì ma che fai ? E lui ‘costruisco le macchine’. Pensavo che senza mio padre tutti avrebbero camminato in tram o in metropolitana. Ero fiero di lui. Quando sono cresciuto ho capito che la vera catena di montaggio erano i milioni di operai che uniti non solo costruivano semplici carrozzerie ma soprattutto costituivano il vero motore dell’economia. Fui ancora più fiero di lui e di tutto il suo mondo”.

Siani dimostra di avere delle opinioni molto precise riguardo la situazione degli operai, dell’attuale crisi del lavoro, dei diritti che spesso sembrano esistere ma soltanto sulla carta ed a parole. “Il caso Whirlpool va risolto in un solo modo: ridare dignità ai lavoratori con il lavoro, recuperandoli nelle loro mansioni e non abbandonandoli alle scelte scellerate che arrivano dall’alto – sostiene l’attore – Ma poi l alto qual è?! Cos’è?! La politica deve smetterla di annunciare ‘tavoli’. In questi anni hanno fatto più tavoli i politici che l’Ikea! Non è più tempo di aspettare. È arrivato il tempo del fare”.