“Ne parlo, ma non volentieri. La scelta è stata sua, perché la nostra offerta era in linea con ciò che gli è stato concesso altrove, anzi dal punto di vista personale resta l’amarezza: mi aspettavo che facesse almeno una telefonata, anche cinque minuti prima che cominciasse le visite mediche. Sono abbastanza vecchio, però, per non meravigliarmi”. Anche i ragazzi si aspettavano un saluto. Non mi risulta ci sia stato”.
L’EREDITA’ DEL PIPITA “Perdiamo un giocatore determinante, il più forte centravanti al mondo. Comunque, io sono l’allenatore del Napoli e devo dare fiducia a Gabbiadini, che ha mezzi da sfruttare. Sopperiremo alla sua assenza spalmando le responsabilità sul gioco, sul collettivo. Non abbiamo perso la voglia di giocare come piace a noi”.
SULLA JUVENTUS “Ci saranno 38 partite e posso assicurarvi che loro ne avranno una difficilissima, quasi proibitiva, il 2 aprile allo stadio San Paolo”. Invidia per Allegri? “E’ un sentimento poco nobile, non è in me. Sono contento di essere qui e del mio percorso compiuto per arrivarci. Faccio il lavoro che voglio e con la squadra per la quale ho sempre tifato. La condizione invidiabile è la mia e poi il bianco e il nero non sono colori che mi si addicono“.