Bravo Raiola, tra i pochi eletti capace di massimizzare i guadagni nella compravendita dei calciatori. Campanello d’allarme per un mercato privo di regole e limiti, figlio di un capitalismo sfrenato e di un mondo globalizzato applicato anche al calcio.
Il mercato risulta inquinato, avvelenato, perché permette ad agenti di guadagnare un mucchio di soldi e di diventare, come nel caso di Raiola, più ricchi dei protagonisti del pallone.