Calcio Napoli

“Che cosa vogliono questi napoletani di m***a”: bufera su un dirigente di basket

Le polemiche di Napoli-Juventus non si fermano al calcio, perché coinvolgono anche il basket. Il “merito” è tutto di Massimo Gritti, dirigente sportivo della Remer Treviglio, formazione che milita nella Serie A2 di pallacanestro.

Su Facebook Gritti ha scritto, ieri sera:

A Milano Koulibaly viene fischiato e viene giù il mondo. Stasera lo stesso giocatore rifila un calcione davanti al guardalinee a Dybala e addirittura non restituiscono il pallone. Che cosa pretendono di ricevere ‘sti napoletani di merda in giro per l’Italia

Un post che, per molti, è di chiara matrice razzista. Non si capisce come mai un episodio che avviene in campo debba essere non solo il pretesto per insultare i napoletani, ma anche per giustificare episodi di discriminazione contro di essi.

Un episodio talmente grave che la Lega Nazionale Pallacanestro ha subito condannato: “In riferimento al post pubblicato sulla sua pagina personale Facebook dal direttore sportivo della Blu Basket Treviglio, Sig. Massimo Gritti, il presidente di LNP Pietro Basciano, con il supporto del Direttivo formato dai rappresentanti delle Associate di Serie A-2 e Serie B, ritiene quanto espresso di massima gravità.

Nonché inaccettabile, da chi ricopre una carica ufficiale all’interno di un organigramma di una qualunque società sportiva. Ed è tenuto, per ruolo, a propagandarne i valori più sani, tra questi certamente quelli dell’integrazione e rispetto dell’uomo. Con la presente, Lega Nazionale Pallacanestro, pur nel massimo rispetto dell’autonomia organizzativa dei Club, chiede alla Blu Basket Treviglio un’attenta valutazione di quanto accaduto.

“Che ha avuto nel mondo dei Media un’eco che sicuramente non è destinato ad esaurirsi in breve, portando grave danno a quanti ne vengono toccati. A partire, come siamo certi, dalla stessa Blu Basket Treviglio. LNP invita inoltre gli organi competenti in materia ad attivarsi, nell’ambito del mandato istituzionale di indagine”.

Massimo Gritti ha in seguito cancellato il post incriminato, scrivendone un altro dove chiede scusa:

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